Orio e Melusina [789]

Nel Sotopòrtego dei preti, circa a metà, si trova questo cuore in pietra, sotto una delle architravi che reggono il sottoportico e che si vede nella parte alta della fotografia.

Revisione del 15 novembre 2020 – Questa storia è famosissima a Venezia e, chiaramente, dall’impostazione generale, è una fiaba dai sapori nordici. La fiaba è molto antica, sembra che risalga al XII° secolo.  

Esiste un altro sottoportico, nella parrocchia di San Giovanni in Bragora, a Castello (vedere le tre fotografie): il sottoportico mette in comunicazione la Salizàda S.Antonin con il Campièło de la Pescaria. Dal Campiello si accede direttamente, dopo 50 metri, alla Riva degli Schiavoni e dalla Salizàda si va verso Rialto, San Lorenzo, Ponte dei Greci e verso l’altro sottoportico, quello de la Corte Nova, di cui alla storia della peste, La pietra rossa, del numero 786.

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Il Sotoportego dei preti, a metà del quale si trova il cuore di pietra. Entrando da questa parte, situata in Salizàda S.Antonin, si va verso il Campièło de la Pescarìa e, subito dopo, si sbocca nella Riva degli Schiavoni.

Questo sottoportico è, contro ogni apparenza, un punto di passaggio molto importante e molto trafficato.

El nissiołéto el dìxe: Sotopòrtego dei Prèti. [Il lenzuolino dice: Sottoportico dei Preti. Si chiama lenzuolino il rettangolo bianco con il nome delle calli, ponti eccetera]. Quasi tutti i veneziani hanno visto il cuore rosso di pietra che si trova a metà del sottoportico ma non tutti ne conoscono la storia, che è quella che ci accingiamo a raccontare. Esistendo la storia in innumerevoli versioni, abbiamo cercato di adeguarla alla mentalità dei nostri tempi.

Potete vedere la pietra rossa nella foto all’inizio di questo racconto.

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Il Sotoportego dei preti, a metà del quale si trova il cuore di pietra. Entrando da questa parte, situata vicino al Campo Bandiera e Moro e al Campièło de la Pescarìa , si va verso la parte interna della città, segnatamente Il Ponte dei Greci, la Fondaménta de l’Osmarìn e così via.

Il sottoportico in questione, notissimo, si chiama Sotoportego dei preti ma, per una volta, coi preti non ha nulla a che fare: una famiglia, che faceva Preti di cognome e che non c’entra niente con la nostra storia, ebbe modo di abitare in una casa con l’entrata nel sottoportico stesso. Da lì il nome. Le coppie innamorate che tocchino assieme il cuore, si dice che siano destinate ad amarsi come i protagonisti della nostra fiaba e che il loro amore durerà per sempre. Questo è il piacevole preambolo, a differenza della storia, che oltre all’amore di Orio e Melusina, è molto triste.

Ed ecco la nostra versione della storia di Orio e Melusina.

In un giorno di fortissima tempesta, un giovane pescatore, di nome Orio, sente tra i flutti della tempesta una voce femminile che chiede aiuto. Si tratta di una bellissima sirena, Melusina, che Orio salva da morte certa. Una storia d’amore nasce tra i due giovani, un amore impetuoso e, dopo un certo periodo, nonostante Melusina fosse una sirena, Orio le chiede di sposarlo. Immediatamente, Melusina abbandona, come per una magìa, le sembianze di sirena e diventa una giovane donna bellissima. Melusina confessa ad Orio  che, sin dall’ infanzia, aveva ricevuto da una strega un doppio sortilegio. Il primo, si sarebbe sciolto quando un uomo l’avesse chiesta in isposa e lei subito dopo sarebbe diventata una donna: il che era appena successo ma il secondo sortilegio… Melusina disse ad Orio che non ne poteva parlare e aggiunse che non dovevano vedersi di sabato, mai, sino al giorno delle nozze. Il giorno delle nozze avrebbe sciolto per sempre anche il secondo sortilegio. Guai se Orio avesse cercato di vederla in un giorno di sabato qualunque, se non fossero ancora stati sposati. Orio promise che non la avrebbe cercata, il sabato, sino al giorno delle nozze, così come voleva Melusina. La ragazza lo condusse nel sottoportico ed entrambi misero la mano su di una pietra a forma di cuore, situata sotto ad un architrave che reggeva il sottoportico, pietra che diventò rossa immediatamente. Melusina fece di nuovo promettere ad Orio che egli avrebbe rispettato la proibizione, nei giorni di sabato, precedenti alle nozze.  Orio ripeté la promessa.

Erano entrambi all’apice della felicità. Si amavano e a loro non importava più niente del resto del mondo ma… ma…

Orio non ebbe la forza di mantenere la promessa…

Prima delle future nozze, Orio cedette alla curiosità e si recò, proprio di sabato, nel luogo dove egli si vedeva, di solito, con Melusina. Egli, purtroppo, non trovò Melusina ma un enorme, orribile serpente di mare, il quale disse di essere la stessa Melusina. Il serpente aggiunse che Orio, mancando alla promessa, aveva rovinato tutto. Adesso, Orio sapeva che la seconda parte della maledizione  trasformava ogni sabato la ragazza in un mostro e l’unico modo, ora, per sciogliere la seconda parte dell’ incantesimo, era di portare sull’altare l’orribile serpente di mare, sperando che questo atto potesse interrompere la serie di maledizioni. Così disse il serpente, che poi era sempre Melusina. Orio decise di sposare il serpente…

Il giorno del matrimonio, Orio era perplesso perchè gli animali non possono entrare in chiesa. Arrivato sul sagrato, trovò il serpente di mare che lo aspettava, mentre tutti i presenti erano fuggiti, terrorizzati. il serpente si mise vicino ad Orio ed entrambi, affiancati, si diressero verso la porta della chiesa. Nel momento in cui stavano per entrare in chiesa, arrivò un vento fortissimo che sollevò il serpente nell’aria e lo portò via. Per un sortilegio, al posto del serpente ricomparve la splendida Melusina, con un meraviglioso abito nuziale e la futura sposa, con Orio, entrarono sotto braccio in chiesa. Da quel momento, l’ incantesimo finì ed i due novelli sposi vissero felici.

Melusina mise al mondo tre figli ma, nonostante vivesse assieme al suo Orio nella più completa felicità, la donna, dopo qualche tempo, morì di un mare incurabile.

Rimasto solo, Orio continuò a lavorare come pescatore per mantenere i figli. Dopo la giornata di pesca, ritornava alla sera, stanchissimo. Egli trovava ogni sera la casa sempre in ordine ed i bambini erano perfettamente accuditi. Insospettito, decise un giorno di tornare a casa molto prima, per ringraziare chiunque fosse l’artefice di tanto ordine e di tanta pulizia, chiunque fosse colui che in segreto si interessasse della sua famiglia e della sua casa. Ma quando tornò prima, non trovò una persona ma l’enorme serpente di mare. Istintivamente, senza riflettere, terrorizzato, per proteggere i figli, Orio uccise il serpente.

Da quel giorno, ritornando a casa, trovò sempre tutto in disordine ed i figli trascurati. Comprese, allora, di avere ucciso definitivamente Melusina, che assumeva le sembianze di un serpente per riordinare la casa.

Non gli restò altro che recarsi, ogni sera, nel sottoportico e accarezzare il cuore rosso di pietra.

Si dice che, da secoli oramai, nelle sere in cui il mare  è in tempesta, l’ombra di un uomo con le vesti da marinaio entri nel sottoportico, si fermi un attimo davanti al cuore rosso e poi… poi si dice che, mentre sta piangendo, non esca più dal sottoportico stesso ma che la sua ombra si dissolva nel nulla.

         

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