Appunti di Antropologia Culturale 1 [971]

Papua
Un abitante di Papua Nuova Guinea. Assieme ad alcune tribù di aborigeni australiani, sono considerati, da alcuni studiosi, ancora nel Paleolitico. Sono inoltre considerati, da taluni altri, come appartenenti all’ uomo arcaico.

Revisione testo : 13 aprile 2022 ore 11:30 – Revisione immagini: 23 gennaio 2022 – L’ Antropologia, lo studio scientifico dell’ uomo, si suddivide in due grandi categorie:

  • Antropologia fisica: esamina l’ uomo come struttura fisica, come genetica, come colore dei capelli, degli occhi, della pelle, come statura, come longevità e così via.
  • Antropologia culturale: non esamina l’ uomo singolarmente ma gli uomini presi nelle loro comunità, quali ad esempio gli italiani, i veneti, i francesi, i bavaresi, i lapponi e così via.

Il termine viene, come molti altri termini scientifici, da due parole greche: ἄνθρωπος ànthropos «uomo» e λόγος, lògos «discorso, dottrina». Quindi ‘discorso sull’ uomo’. Una serie di articoli, dei quali il presente è il primo, avrà come oggetto delle curiosità sull’ antropologia culturale.

Un quadro orientativo di riferimento, per chi non si sia mai interessato prima di questi argomenti, è il seguente:

Gli scienziati hanno identificato un primo periodo che viene chiamato Paleolitico, (della pietra antica,  della pietra lavorata primitivamente, in modo molto approssimativo), sempre dal greco παλαιός palaios, antico, e λίθος lithos, pietra. Questo periodo s’ inizia, secondo alcuni scienziati, un milione di anni fa e, secondo altri, cinquecentomila anni fa. Anche considerando il periodo più breve dei due, si tratta pur sempre di ben 250 volte il tempo da Cristo sino a noi. Per comodità, il Paleolitico è stato suddiviso  in sotto-periodi ma non ce ne curiamo in questo contesto (ad esempio, potreste sentir parlare di Paleolitico Inferiore, cioè il periodo più remoto del Paleolitico e così via).

Ci sono due homo sapiens: l’ homo sapiens più arcaico e l’ homo sapiens sapiens, cioè noi. Siccome il primo sapiens sapiens (cioè noi) sembra che sia comparso dai 200 ai 300 mila anni fa, nel Paleolitico sono considerate anche delle specie umane che oggi non ci sono più. Per inciso, facciamo notare che la materia non è chiarissima, tant’ è vero che alcuni studiosi dicono che gli abitanti di Papua Nuova Guinea sono uomini arcaici (homo sapiens, col sapiens scritto una sola volta) mentre altri ritengono che l’ uomo arcaico non ci sia più. Senza che l’ elenco sia esaustivo, alcune specie di uomini e ominidi comprese nel paleolitico sono il neanderthal, il cro-magnon, l’ homo sapiens arcaico, l’ homo erectus sino all’ australopiteco, una scimmia non scimmia e non uomo, che non si sa bene quando si estingua ma che era certamente presente oltre tre milioni di anni fa. Il reperto più famoso e quello di una femmina, Lucy, una scimmia (del genere uomo? sembra di sì)  australopitecina rinvenuta in Etiopia e risalente a 3 milioni di anni e oltre.

Non ci diffonderemo ulteriormente sui predecessori di sapiens sapiens perché IL PIAVE è zeppo di articoli sugli uomini antichissimi.

Tornando al nostro discorso sul Paleolitico, dove gli studiosi non sono d’ accordo su quando tale periodo s’ inizi, bisogna dire che anche la fine del periodo dipende dalle varie popolazioni. Si ritiene che il periodo Paleolitico sia finito, per una popolazione, quando la popolazione stessa cominci ad interessarsi all’ agricoltura. Il primo interesse per l’ agricoltura sembra sia venuto nel medio oriente, 12 mila anni fa, circa. Notare, per favore, che i prima due mila anni sono considerati un periodo di transizione dal Paleolitico al Neolitico e tale periodo transitorio può essere denominato Mesolitico (della pietra di mezzo).

Le popolazioni interessate all’ agricoltura sono considerate dagli studiosi come uscite dal Paleolitico ed entrate nel Neolitico. Non si tratta quindi di datazioni assolute ma di datazioni che dipendono da ciò che quella popolazione si mette a fare.

Prima di riprendere il discorso sul Paleolitico, iniziato precedentemente, diamo una scaletta dei periodi evolutivi:

  • Paleolitico fino a 12000 anni fa.
  • Mesolitico, due mila anni intermedi (non da tutti considerati).
  • Neolitico gli ultimi 12000 anni sino al 1780 ( in Gran Bretagna).
  • Età della civiltà industriale. Dal 1780 in poi.Ne parleremo alla fine.

Dettagli:

Paleolitico. Come detto, s’  inizia, secondo alcuni studiosi, un milione di anni fa, quando il sapiens sapiens non c’ era ancora e secondo altri cinquecento mila anni fa, quando, comunque, sapiens sapiens  non c’era e nemmeno l’ arcaico: per trovare i primi arcaici bisogna risalire a 350 mila anni fa. C’ era quindi l’ homo erectus  (primo vero bipede e scopritore del fuoco), mentre le australopitecine come Lucy erano da tempo scomparse. Nel Paleolitico, gli uomini smettono di essere selvaggi (quando non usavano strumento alcuno) e cominciano ad usare le pietre come strumenti. Il periodo è detto ‘della pietra antica’ perché le pietre sono appuntite, scheggiate, sagomate in modo molto approssimativo e molto grossolano. Secondo alcuni scienziati, alcuni aborigeni australiani e gli abitanti di Papua Nuova Guinea (vedi illustrazione accanto al titolo) sono ancora oggi immersi nel Paleolitico. Le pietre, usate come strumenti, sono l’ unica risorsa per gli uomini. Servono per cacciare: legate sulla punta di un bastone, vengono usate come giavellotti per catturare gli animali: gli archi e le frecce non esistono ancora. Le pietre si lavorano e si scheggiano percuotendole con altre pietre, se la pietra stessa è stratificata. Se invece la pietra è un monoblocco, come il granito, bisogna strofinarla con altre pietre e con enorme pazienza, anche per anni.

Ossidiana
Un vetro vulcanico adatto per essere scheggiato e appuntito. Alcuni chirurghi, ancora oggi, preferiscono l’ossidiana al bisturi in acciaio.

Una pietra molto interessante, talmente interessante che veniva usata anche come moneta, è l’ ossidiana. L’ ossidiana è un vetro vulcanico composto per il 75% da biossido di silicio che si forma per il rapido raffreddamento di rocce effusive di tipo acido.    L’ ossidiana è perfetta per fare punte di frecce e coltelli. In Italia si trova a Lipari, a Pantelleria e in Sardegna sul monte Arci. Pensate che ancora oggi vengono prodotte lame per bisturi in ossidiana, che alcuni chirurghi preferiscono all’ acciaio, per il taglio più netto e l’assenza di particolato metallico, possibile causa di allergia.

In passato, gli Aztechi del Messico (come ogni civiltà che ne disponeva localmente) usavano l’ ossidiana per ottenere le punte delle frecce, coltelli e rasoi. La tecnica per realizzare oggetti appuntiti dai ciottoli di ossidiana è detta scheggiatura e consiste nell’ asportazione di schegge tramite la percussione.

Cosa si fa nel paleolitico? il fuoco viene scoperto dall’ homo erectus nel medio Paleolitico. Oltre ad uccidere gli animali, le pietre servono come raschiatoi per ripulire dal grasso e dalla carne le pelli degli animali, che servono per proteggersi dal freddo. Le pelli buttate sopra una capanna di rami proteggono dal  freddo e dalle intemperie. Si ottengono anche coltelli per tagliare le carni degli animali. La carne veniva dapprima mangiata cruda ma dopo la scoperta del fuoco (che se si spegneva costituiva un vero e proprio problema) qualcuno ha messo per errore della carne troppo vicino al fuoco.

“Hai rovinato un pezzo di carne! l’ hai messa vicino al fuoco e l ’hai bruciata! adesso mi dai la tua e questa, tutta bruciata, te la mangi tu!” (con ogni probabilità, non parlavano così bene…). Colui che per errore aveva messo la carne vicino al fuoco, dovette rassegnarsi a mangiarsela… ma… era più  buona di quella cruda… si digeriva anche meglio… molte scoperte avvengono così, per errore.

Da notare che il fuoco fu il primo esempio di energia suppletiva. Gli esseri umani, notiamolo bene, si sono sempre sviluppati quando e solo quando hanno avuto a disposizione nuove forme di energia.

Nel Paleolitico ci sono cacciatori, nei tempi più antichi, a cui fanno seguito i pastori e, verso la  fine, anche gli orticultori. Nel paleolitico non ci sono artigiani specializzati o meno: ognuno, all’ interno della comunità, deve fare tutto da solo. Non ci sono specializzazioni: queste denoterebbero l’ inizio del neolitico. Comunque, tutti e tre questi nostri antenati hanno il sangue gruppo 0. I gruppi sanguigni A, B ed AB verranno in futuro (questa annotazione riguarda l’ Antropologia Fisica…). Oltre ai cacciatori, negli ultimi periodi del Paleolitico, alcuni si dedicano alla pastorizia, ed altri ancora,  un poco prima del neolitico, si dedicano all’ orticoltura.

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Alcuni attrezzi del neolitico, dei primi agricoltori.

L’ unico attrezzo dell’ orticultore è un bastone appuntito, col quale egli scava buchi nel terreno,  immettendovi i semi che germoglieranno. Cacciatori, pastori ed orticultori sono sempre nomadi.  Col bastone per seminare, la resa del terreno è molto bassa e bisogna spostarsi in continuazione.  Inoltre, bisogna sovente disboscare col fuoco e comunque, entro breve, spostarsi nuovamente perché la terra viene sfruttata solo superficialmente. Naturalmente, alla fine del Paleolitico ci sono delle popolazioni triplici: un poco cacciatori, un poco pastori ed un poco orticultori. Diciamo che le popolazioni predominanti sono per gran parte costituite da cacciatori e pastori e con pochissimi orticultori. Questo aspetto è molto importante e ci ritorneremo parlando di Caino ed Abele.

Neolitico. A furia di bucare la terra col bastone, circa 12000 anni fa, in medio oriente, ci si rende conto che, se si vuole una resa superiore, la terra va trattata diversamente.

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Un aratro leggero (senza ruote) in una rappresentazione antica. Dove c’è un aratro leggero, c’ è la civiltà neolitica.

I primi aratri vengono inventati. Sono rozzi e primitivi, però, rispetto ad un bastone aguzzo, sono un’ altra cosa…

Ricordiamo che, nell’ America meridionale, quando arrivarono gli spagnoli nei primi anni del 1500, il mais era ancora coltivato col bastone dell’ orticoltura.

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Quando gli spagnoli entrarono in contatto con Aztechi e Maya del Nuovo Mondo, questi erano, come si vede nell’ immagine, ancora col bastone dell’ orticoltura. Non avevano il cavallo e non conoscevano la ruota.

Insomma, 12000 anni fa, nel medio oriente (Gerico), sembra che ci sia stata la prima forma di agricoltura: cereali e così via. Le prime conseguenze furono:

  • Maggior benessere a seguito della maggior resa del terreno.
  • La maggior resa del terreno implica una maggior popolazione.
  • La gente comincia a specializzarsi e a fare qualcosa di diverso, perché la resa agricola è sufficiente a far mangiare anche costoro.
  • L’ aumento della produzione agricola è, a tutti gli effetti, come una nuova fonte di energia.
  • Si può progredire nelle specializzazioni.
  • Ci sono i primi fabbri, i primi muratori. Si cominciano a fare dei segni di scrittura nei recipienti che contengono i semi, per sapere cosa contengano i recipienti senza aprirli.
  • La popolazione smette di essere nomade e diventa stanziale.
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Un aratro leggero medioevale, Senza le ruote dell’aratro pesante, tende a sprofondare continuamente nel terreno.

Recipienti.

A proposito di recipienti, bisogna fare un passo indietro. I paleolitici, come abbiamo detto, sono obbligati a spostarsi e non possono avere recipienti di terracotta perché, oltre che suscettibili di rotture a causa dei frequenti spostamenti, sono molto pesanti. I paleolitici usano sacche, ghirbe, otri, tutti recipienti fatti con pelli di animali, facilmente trasportabili ed infrangibili. Vedremo quindi che le prime ceramiche vengono create da popolazioni sedentarie, neolitiche.

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Gli aratri leggeri erano trainati dall’ uomo nell’ antichità ma anche in tempi moderni.

Molto interessante e divertente è sapere come nascano i primi recipienti in terracotta. In una mano posso portare cinque o sei noci… se intreccio dei vimini e faccio una specie di cesta, con una mano sola posso portare anche trenta o quaranta noci. Un cesto e vari tipi di cestini sono ottimi strumenti per il trasporto. Si arriva così a costruire anche cesti molto grandi. Inoltre, questi recipienti per solidi sono anche infrangibili; tuttavia, hanno un difetto: non riescono a trasportare i liquidi. Le soluzioni escogitate sono allora due: una, poco efficiente ed una seconda, molto efficiente. Quella meno  efficiente è di intrecciare le fibre vegetali in modo fittissimo, cioè in modo che contengano i liquidi. In America ci riescono, ad esempio, i navajos (o navahos) delle pianure nordamericane ma dopo un certo tempo le fibre vegetali perdono di elasticità e si perde il liquido contenuto: bisogna fare un altro cesto…

La soluzione più efficiente è quella     di mettere, sopra ai vimini, delle argille impermeabili raccolte lungo i fiumi. Ci si accorge dell’ impermeabilità perché, in riva al fiume, l’ acqua scorre sopra certe argille senza penetrarvi. Da lì a prendere l’ argilla e spalmarla sopra il cesto di vimini, il passo è breve.

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Un aratro pesante dotato di ruote. Il coltro (1), praticamente un coltello, serve per pre-tagliare il terreno. Il vomere (2) scende nel terreno per 30 o 40 centimetri. Il versoio (3) ribalta la terra, manda sotto quella superficiale e porta in superfice la terra più profonda e più fertile. Inventato dopo l’ anno 1000 d.C. A differenza del leggero, l’ aratro pesante non sprofonda nel terreno, grazie alle ruote.

Poi, una volta, qualcuno, sempre per caso, ha dimenticato il cesto di vimini, ricoperto di argilla, vicino ad un fuoco. Invece di bruciare il canestro, il fuoco ha indurito l’ argilla, trasformandola in terra cotta. Così è venuta alla luce la prima scodella impermeabile, di terra cotta, appunto. Il passaggio successivo è stato quello di utilizzare lo stampo di vimini per plasmare l’argilla e poi mettere vicino al fuoco solo l’ argilla, senza lo stampo di vimini.

Ma c’ era un altro enorme vantaggio…

Per mangiarsi una minestra calda, bisognava seguire questo metodo:

  • Tagliare un pezzo di legno grosso, di forma rotondeggiante.
  • Con una pietra appuntita, raschiare e scavare tutta la parte interna del pezzo di legno, sino a farne una specie di recipiente. Un lavoro che poteva durare settimane.
  • Mettere dei grossi sassi sul fuoco sino a farli divenire caldissimi.
  • Versare la minestra-intruglio fredda nel tronco scavato, sperando che il legno non si succhiasse tutta la minestra.
  • Mettere i sassi surriscaldati nella minestra, che a sua volta era nel pezzo di legno…
  • Voilà: la minestra è pronta; è bella calda… buon appetito…

Ora invece, abbiamo la scodella di terra cotta e la possiamo mettere sul fuoco senza che si bruci e ci riscalderà la minestra… poveri paleolitici… quanta fatica… per forza che morivano a trent’anni…

Caino ed Abele

Caino è un agricoltore neolitico  ed Abele  è un vecchio, sorpassato pastore del Paleolitico. Tuttavia, la Bibbia ci dice che il primogenito è Caino… invertendo l’ ordine cronologico… mah!

Ora, facciamo notare che i più grandi imperi del mondo (Gengis Kahn e gli indoeuropei) erano costituiti primamente da pastori. Gli agricoltori non rappresentano mai la classe dirigente, benché sia grazie all’ agricoltura che il mondo è andato verso il progresso. Sin dal primo Neolitico, i contadini sono sempre stati considerati dei poveracci appena arrivati, anche se il congiungimento con la futura civiltà industriale si realizzerà come conseguenza della loro presenza. La Bibbia è stata scritta, più o meno, qualche secolo prima di Cristo e ancora i pastori erano i privilegiati, la classe dominante. Questo è il motivo per il quale il Dio della Bibbia, che era così dipinto dai pastori, accetta le offerte di Abele (che in ordine di tempo dovrebbe essere prima di Caino, il contadino) e snobba sdegnosamente le offerte di Caino il contadino. Ed ecco la maledizione, che riguarda in particolare chi fa l’ agricoltore: lavorerai la terra col sudore della fronte… e con buona dose di ingiustizia, non fa menzione alcuna circa Abele. Eva è un’ altra cosa; non appartiene né ai contadini, né ai pastori, né ai cacciatori: è quella che fa figli e non se ne parli più. In tutta la Bibbia, rarissimamente si parla bene dell’ agricoltore. Inoltre, esiste la figura del buon pastore e non del buon contadino. Giosuè, che ferma il sole, è un guerriero della stirpe dei cacciatori. Il sacrificio a Dio si fa con l’ agnello del pastore e non con una cesta di mele. Noè viene deriso dai figli in quanto contadino ubriaco coltivatore di vigneti e bevitore di vino. Ma non è questo lo scopo di questo articolo.

Ci sono ancora, dicevamo, delle popolazioni paleolitiche e naturalmente esistono ancora (anzi, formano l’ assoluta maggioranza) delle popolazioni neolitiche: queste ultime, sono tutte quelle che non hanno ancora la civiltà industriale, la cui chiave di volta, dicevamo, è rappresentata dall’ abbondanza di energia. La civiltà industriale si svilupperà infatti con le macchine mosse dall’ acqua, dal vento, dal vapore, dal carbone, per finire con l’ elettricità e con l’ energia atomica.

Di pari passo con l’ abbondanza di energia, va la metallurgia.

Nel medio oriente, attorno al 1500 avanti Cristo, c’ è già la padronanza assoluta nel trattamento metallurgico del ferro. A tale livello si arriverà in Gran Bretagna ben mille e cento anni dopo e cioè nel 400 a.C.

Ma quali sono i primi usi del ferro? rafforzare le parti in legno degli strumenti soggetti a molto lavorio!

Non abbiamo quindi di fronte un mondo uniforme ma un mondo che in certe zone è più avanzato e in certe altre zone è meno avanzato.

Sinchè si arriva al 1780 circa, in Gran Bretagna, dove la macchina a vapore apre un orizzonte per la nuova civiltà industriale.

La ruota stessa, benché risalente, nel vecchio mondo, ai tempi dell’ impero egizio, non trovò grosse applicazioni. Non trovò grosse applicazioni nemmeno nell’ impero romano, nonostante i romani facessero strade, strade e strade. Le strade servivano per spostare le truppe a piedi, ma la ruota venne davvero usata su strada solo con l’ avvento delle macchine a vapore. Prima di allora, l’ acqua era la vera via di  comunicazione.

Sarebbe da parlare diffusamente delle macchine antichissime che usavano l’ acqua e il vento. Lo faremo magari in un altro articolo. Basti dire, per ora,  che in Persia i mulini a vento risalgono a tre mila anni prima di Cristo. Essenzialmente, come fonte di energia una volta c’ era solo l’ acqua dei fiumi: l’ acqua, anche perché le macchine a vento spesso servivano per muovere acqua. L’ acqua dei fiumi ha creato le nostre carte geografiche, nel senso che ha determinato i luoghi dove si sono costruite le città. Cercate grosse città senza fiumi… ne troverete pochissime, magari perché i fiumi c’erano ed ora non ci sono più…

 [seguirà? e chi lo sa? speriamo di sì…]

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