Dio, Patria e Famiglia [972]

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Dio, Patria e Famiglia.

Revisione testo : 13 aprile 2022 ore 13:30 – Revisione immagini: 24 gennaio 2022 –Chi siamo? come ci distinguiamo dai nostri simili? non certo per uno stesso, identico, Iddio.

Papa Ratzinger, persona meravigliosa, ebbe a dire, a chi gli chiedeva come fosse Dio: “Dio… ci sono molti modi per descrivere Dio: per me, esiste un modo diverso per ogni essere umano…”.

Non certo per la Famiglia, benché ognuno abbia la sua ed anche qui il discorso sia un poco come quello di papa Ratzinger. Resta la Patria… ecco, probabilmente ci distinguiamo in base al concetto di Patria. Ma vediamo il tutto ordinatamente.

Dio

Ci sono delle persone che sanno come sia fatto Dio, chi sia, quali siano i suoi desideri, se sia più o meno bontà infinita, eccetera eccetera. Beati loro… molti di noi, da poveri poveracci, non abbiamo avuto il dono di capire bene chi sia Dio. Brancoliamo nel buio. Abbiamo provato ad approfondire l’ argomento ma invano. E siamo arrivati ad una conclusione: Dio, se c’è, non ha voluto farci sapere bene chi Lui sia ed avrà avuto i suoi buoni motivi. Se avesse voluto (sempre che esista) e fosse onnipotente, ci avrebbe messo in condizione di capire un poco meglio. Pertanto, ci dobbiamo adeguare. Avendo un senso umano della morale (concetto chiarito più sotto), che Dio ci sia o non ci sia, dovremmo comportarci come se ci fosse, ovvero come noi sentiamo dentro che sarebbe bene comportarsi se ci fosse. Certo che comportarsi come se Dio ci fosse anche nel caso che non ci sia non sarebbe un merito da poco. In ogni caso, non capiremmo. E per l’ ennesima volta torna buona la storia di Sant’ Agostino. Un filosofo disse a Sant’ Agostino: “Ti dimostro che Dio, se c’ è, non ha voluto che noi comprendessimo la Sua essenza. Eccoti la questione: Dio dovrebbe creare una montagna, talmente grande ma talmente grande da non essere capace di sollevarla. Agostino, quando avrai risolto questo arcano, tornerai a trovarmi con la soluzione ma ti dico sin d’ ora che non tornerai. Ciao.”

Agostino rimase di stucco: un bel problema… se Dio riesce a sollevare la montagna, vuol dire che non è capace di crearla più grande… deve crearla talmente grande da non riuscire a sollevarla… se poi non riesce a sollevarla, non è onnipotente e se riesce a sollevarla, vuol dire che non l’ ha fatta abbastanza grande e quindi, di nuovo, non è onnipotente… un bel mistero… mi si confonde il cervello… e mentre pensava, Agostino si trovava lungo una spiaggia del Mediterraneo: egli andava passeggiando, su e giù, meditando sul dilemma. Improvvisamente, da un boschetto di tamerici uscì di corsa un bambinello di tre o quattro anni, il  quale, con le sue manine piccole piccole, fece un buco nella sabbia, vicino al bagnasciuga. Poi,  correndo felice, entrò nel bagnasciuga, mise le manine a coppa e, riempitele d’ acqua, le riversò nella piccola buca appena fatta. Poi, tutto contento, continuò ad andare su e giù, tra il bagnasciuga e la buca, portando ancora dell’ acqua… Agostino, incuriosito,  si avvicinò al bimbo e disse: “Bimbo, cosa stai facendo?” e il bambinello: “Prendo l’acqua ed un poco alla volta vuoterò il mare, perché voglio mettere tutta la sua acqua nelle  buca che ho scavato…”

Agostino disse: “Ma… caro bambino… non sarà mai possibile… come può stare tutta l’ acqua del mare nella buca?”

Il bambino, sorridendo, rispose: “Lo pensavo anch’ io, Agostino… ma ho visto che tu volevi mettere la comprensione di Dio, che è come il mare, nella tua testa, che è come la mia piccola buca… ed ho voluto fare come te…”

Agostino, esterrefatto,  stava per argomentare qualcosa, per chiedere al bimbo chi fosse ma il bimbo, correndo, era sparito nel boschetto di tamerici dal quale era uscito.

A buon intenditor, molte parole, perché è soddisfazione parlare ad uno che ti capisce.

Patria

La patria è la terra del padre, dove vediamo o immaginiamo Dio in un certo modo e dove la famiglia ha dei valori che condividiamo. Chi scrive, ad esempio, ritiene che il Veneto sia la sua patria. I Savoia hanno creato un’ Italia corrispondente ad una entità geografica ma noi veneti non abbiamo molto in comune con gli abitanti dell’ Italia centrale e dell’ Italia meridionale. Nemmeno la lingua, i proverbi, le tradizioni e l’ alimentazione sono comuni… non so se noi si abbia torto o ragione (e d’ altronde è irrilevante) ma noi veneti, come i friulani, non cerchiamo di fare fessi gli altri. Dietro il ‘fare fesso’ ci sta una cultura diversa per motivi storici (Francia o Spagna, basta che se magna) e non sta a noi dire se migliore o peggiore della nostra ma diversa lo è, certamente. I friulani, simili a noi, nel  terremoto del 1976,  non hanno atteso aiuti dallo Stato. I veneti, nell’ alluvione del Polesine del 1951, hanno dovuto arrangiarsi. Dal 1945, non c’è stato un anno che sia uno in cui il Veneto abbia ricevuto da Roma più di quanto abbia versato a Roma di tasse. Fratellastri d’ Italia, non fratelli… già con i lombardi ci sono delle differenze: figuriamoci con altri, più lontani…

Gli studi di Antropologia più recenti danno come cifra ideale per una comunità un numero pari a 5 milioni. Esattamente come gli abitanti del Veneto. Quando abbiamo superato la Baviera per operosità, ci è stato detto che costituivamo il miracolo del nord-est ma il cliché (stereotipo) col quale eravamo dipinti nei films del tempo (vedi Pane Amore e Fantasia eccetera) era un cliché da servotta belloccia e ignorante per le donne e di carabiniere ligio al dovere ma sempliciotto (per non dire stupido)  per gli uomini. Noi non sapevamo di essere un miracolo. La Patria sono le tradizioni, la Patria crea nostalgia quando ti allontani, la Patria è bere un caffè con uno sconosciuto del luogo sapendo che non succederà niente di non prevedibile. Confidenza immediata. A Venezia, quando ci si imbatte, per caso, in una persona chiaramente veneta, si attacca bottone immediatamente esordendo con: “Cóme ‘ndémo…[Come andiamo?]

Famiglia

La famiglia è quella tradizionale: possibilmente, i figli stanno bene con i genitori. Maledico di cuore un paese che ha pensato di evolversi allontanando i figli dai genitori, qualunque ne sia la causa. La pace delle nostre case è turbata da  un paese che punisce chi esercita la legittima difesa. Un paese che ha ridotto i suoi abitanti ad essere una massa di imbecilli senza tradizioni e senza istruzione, massa che guarda senza nemmeno rendersene conto degli squallidi programmi televisivi. Un paese che fa differenze a seconda del partito politico di appartenenza. Un paese dove i corrotti ed i corruttori non vengono sanzionati. Un paese che esercita il buonismo solo perché il politico di turno  teme che leggi più severe potrebbero colpire lui per primo. Infine, un paese che non ha capito che la mafia esiste da talmente tanto tempo che è stata legittimata a tutti gli effetti. Un paese dove i politici dicono apertamente per televisione che gli elettori sono dei cretini: “Prima delle votazioni promettiamo ma poi non manterremo…” (detta da un politico, spudoratamente, per tv, mentre sghignazzava). La famiglia deve dare certezze in un ambiente che dà certezze.

Che Dio ci sia o no, qualunque popolazione ha innati tre argomenti:

  • Un concetto di morale. Ogni popolazione ha una sua morale, innata.
  • Un concetto di bellezza. Ogni popolazione ha un suo concetto di bellezza.
  • Un concetto di verità. Ogni popolazione ha delle verità che creano dei concetti positivi.

Noi  (indoeuropei?) abbiamo un concetto di Dio basato sulla Trinità, sia che Dio esista come anche nell’ ipotesi che non esista. Abbiamo una immagine che associa Dio al concetto del buon padre di famiglia, un padre giusto, che dà esempi di bellezza e di verità positive e in questo crediamo, perché ci piace crederlo. Non un Dio perfido nella sua inflessibilità. Abbiamo, usando concilî e dotte discussioni, modificato il concetto monoteistico dei semiti, dove Dio è assolutamente uno, mentre per noi è trino: Brahma il Padre, Siva lo Spirito Santo (il guerriero, il distruttore)   e Visnù, il Figlio, il non guerriero, il costruttore. Sempre opportuno risulta leggere a questo proposito gli scritti di René Girard (vedi Bibliografia e vedi indice alfabetico del Piave).

Il concetto di bellezza nel periodo Paleolitico era legato ad una donna grassissima, rappresentata su delle statuine, quando il grasso era il simbolo della sopravvivenza perché si faticava a mangiare.

Mursi
Un membro della tribù Mursi, residente in Etiopia. Per lui, il concetto di bello è diverso dal nostro…

Presso certe popolazioni, è bello mettersi un disco grande come un piattino da caffé nel labbro inferiore o superiore.

Un concetto di verità. Questo problema è il più grosso in assoluto. Parliamone ora.

La situazione attuale della pandemia Covid-19 è drammatica, soprattutto perché non sappiamo quale sia la verità. Parlano per tv alcuni presuntuosi, che dicono tutto e il contrario di tutto, perché si sa che, qualunque bestialità si dica, ci sarà l’impunità. Approfittarsi della salute per guadagnarci sopra (mascherine) è da fucilazione. Ma non viene toccato alcuno, perché si sa che ci sarà l’ impunità. Dice: ma nemmeno nel resto d’ Europa… appunto! il malcostume è talmente diffuso, anche a livello europeo, che sembra inutile lottare, perché si sa che ci sarà l’ impunità ma non si può, per questo, tradire il concetto di verità che abbiamo assimilato dai nostri padri.

Naturalmente, ci possono essere dei concetti di verità sbagliati: devono essere detti, tuttavia, in buona fede.

Anduìn Pineséte (Angelino Pinese), un popolano della Sinistra Piave, che se fosse vivo ora avrebbe 150 anni, diceva: “Dòpo el Concìlio de Trénto (che lui immaginava come successo recentemente e non nel 1545), i diàvui i è stàti metùdi in te un cantón: prìma, ièra ‘ncóra pì cativèria de dèss… vàrda Cristòfero Colómbo, che l’è ‘ndàt in te le Mèriche par far el misionàrio… mandà dal pàpa… l’ à portà a càsa le vìde coi biss, co la filòssera, co l’ oìdio… ‘stó móna… quésta la è stòria ciapàda dai lìbri, no ciàcole… ma dòpo del Concìlio l’ è stàt méss tùtt a pósto, ànca i francési che i vòl sémpro far casìn… parchè… mi són stàt in Frància, che no te créde… el Concìlio de Trénto l’ è stàt fàt da Mussolìni e dal pàpa, quànde che mi ière bòcia… Dio… se pàrla de Dio… ma se i pàpi e i govèrni no i Lo iutésse, el podarìe fàr pòc ‘nca Lù…[Dopo il Concilio di Trento i diavoli sono stati messi in un angolo: prima c’ era ancor più cattiveria di adesso… guarda Cristoforo Colombo che è andato nelle Americhe per fare il missionario… inviato dal papa… ha portato a casa le viti con i vermi, con la fillossera, con l’ oidio… questo scimunito… questa è storia presa dai libri, non sono chiacchiere… ma dopo il Concilio è stato messo tutto a posto, anche i francesi che vogliono sempre fare baraonda… perché… io sono stato in Francia, che tu non creda chissaché… il Concilio di Trento è stato fatto da Mussolini e dal papa quando io ero bambino… Dio…  si parla di Dio… ma se i papi ed i governi non Lo aiutassero, potrebbe fare poco anche Lui…]

Un Dio, quindi, in collaborazione con Mussolini ed il papa… e chi riuscirebbe mai a far cambiare idea ad Anduìn? Queste erano le sue verità, esattamente uguali a quelle di altri suoi coetanei. Ma era in buona fede… e merita un certo rispetto, come tutti coloro che hanno delle verità strane ma in buona fede. 

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