Vita [394]

vitaRevisione testo: 8 settembre 2021 – Quando vediamo un ambiente disordinato, sentiamo istintivamente che manca qualcosa: probabilmente manca la vita. Come dice il Dies irae, le regioni dei sepolcri sono disabitate, spoglie, abbandonate e quello che un tempo c’era di vivo ora è sotto terra.    

Il terreno incolto, disordinato, cosparso di macerie, sembra un terreno invernale anche se ci si trova in estate.

Se non interviene la vita, tutto fugge da questo ambiente abbandonato, anche la speranza, ultima dea: a meno che, sottoterra, non ci sia un seme…

Anche l’albero, simbolo della vita, s’inizia con un seme da sottoterra. Nel disordine più totale, col seme, s’inizia una parvenza di ordine. Questo ordine porta le cose verso l’alto, mentre il disordine le porta verso il basso. La pianta sale, vince la forza bruta della gravità, va verso l’alto, verso la luce del sole, verso la vita. Tutto ciò che ha uno scopo è vita, è ordine ed una pianta è tutto questo. I rami sono un primo obiettivo e le foglie sono l’obiettivo dei rami. Le gemme, altro obiettivo dell’albero, sono il presupposto per i fiori e per i frutti. La pianta ha come obiettivo vitale di trarre materiali dal suolo, di preparare il polline e gli zuccheri, per attirare le api che propagheranno il polline nello spazio attorno, e nasceranno altre piante.

Tutto questo da un seme, messo sottoterra, in una zona da sepolcro e da questa zona è nata la vita.

Dalla pianta che sale verso la vita avremo il filare di piante, il villaggio che si alimenta dalle piante. Una lotta continua tra l’ordine, che allontana tutto dalla gravità e il disordine, generato dalla gravità.

Dovremmo  immaginare il mondo come una lotta tra queste due forze.

Noi esseri umani esprimiamo le nostre intelligenze cercando di barcamenarci tra l’ordine della vita, che spinge verso l’alto e il disordine della gravità – morte, che attira verso il basso.

Qualunque forma di civiltà è costruzione.

Un colpo di cannone, in guerra, distrugge in un attimo una costruzione che, per essere compiuta, ha richiesto anni o, come la Sagrada Familia, di Gaudi, a Barcellona, ha richiesto secoli.

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