Sconvolgente [500]

Houdini
Il mago Houdini, che all’inizio del secolo scorso sbalordì mezzo mondo, con illusionismo incredibilmente spettacolare.

Revisione del 22 gennaio 2021 – Parleremo del mago Budini, che si esibì a Venezia, al Teatro Malibran, negli anni ‘60.

Quando cominciava il suo spettacolo, nel palcoscenico c’era una Fiat 500, il biglietto costava 500 lire e, per questioni di ordine pubblico, non erano ammessi più di 500 spettatori.

“Benvenuti. Vi attende una serata a dir poco sconvolgente. Avrò detto almeno 500 volte che questo Teatro mi è particolarmente propizio, anche se fu la casa di Marco Polo e negli ultimi anni del ‘500 fu distrutto da un furioso incendio, sembra ad opera del fantasma dello stesso Marco Polo. Incendiatosi nel 1597, dopo 500 mesi ci furono altri problemi di fantasmi per cui fu sospeso il restauro e, dopo altri 500 mesi, nel carnevale del 1678, fu completato e inaugurato il teatro. Sembra che dopo l’incendio causato dai fantasmi, dopo altri 500 mesi, gli stessi ritornino su questa terra e che sempre dopo altri 500 mesi, col carnevale, l’incanto si sciolga. Dopo altri 500 mesi ancora, nel 1721, vi fu eseguita l’opera teatrale Nerone di Giuseppe Maria Orlandini, la quale opera prevedeva la scena di un incendio, esorcizzando così il ritorno periodico degli spettri e dopo altri 500 mesi, nel 1762 e nel 1764, si ebbe il coraggio di rappresentare, a titolo di sfida a Marco Polo, la commedia ‘Notte sì fausta’ di Ferdinando Bertoni. Io, tuttavia, come mago Budini, sono convinto che l’influsso malefico di questo luogo aleggi ancora nell’ aere e su questo costruiremo il nostro spettacolo. A differenza del Mago Houdini che si occupava di illusionismo e di escapologìa [l’escapologia è la capacità di un mago di sapersi liberare da costrizioni fisiche (camicie di forza, bauli, gabbie, ecc.) e ambientali (stanze cieche, celle ecc.): la parola deriva dall’inglese ‘to escape’, che significa ‘sfuggire, scappare’], l’unica dote che riconosco a me stesso è quella di saper trasformare gli influssi diabolici di questo palcoscenico in un fluido mentale a mio favore, a favore della mia modesta arte. Ma veniamo allo spettacolo di questa sera…”

Spettatore Piero, a bassissima voce, all’amico seduto accanto: “Ciò, el te fa végner i sgrìxuli…[Hei, ti fa venire i brividi…]

Spettatore Mario: “Mi te gavéva dìto: gèra quéło che sercàvino...” [Io te l’avevo detto: era quello che cercavamo…]

Budini: “Lo spettacolo è suddiviso nel seguente modo:

  • Prima affermazione.
  • Primo commento.
  • Tra mezz’ora, seconda affermazione.
  • Tra mezz’ora, secondo commento.

Sono sicuro che l’effetto, alla fine, sarà diabolico, come si addice a uno spettacolo condotto in un teatro popolato da fantasmi. Senza che vi voltiate tutti a guardare, vi dirò che i fantasmi, in queste occasioni, stanno dietro la vostra spalla sinistra, se siete destrimani. Se uno è mancino, stanno invece dietro la spalla destra e infine se uno è ambidestro, dietro di sé dovrebbe avere addirittura due fantasmi ma non è mai stato appurato. Ora, per gentilezza,  alzi la mano chi non è ancora pronto…”

Nel teatro regna il massimo silenzio, la massima attenzione e nessuno alza la mano. Pendono tutti dalle labbra di Budini.

Budini: “Questa è la prima affermazione: prendete buona nota… eccola:

Fra mezz’ora, pronunzierò la seconda affermazione e vi avviso sin d’ora che la seconda affermazione sarà completamente falsa.

 Ricordatevelo.”

Brusio generale…

Budini: “Avete capito benissimo: fra mezz’ora, la seconda affermazione che ho preannunciato or ora sarà falsa, completamente falsa, interamente falsa. Proseguiamo ora col primo commento:

Dovete basarvi sulla vostra intelligenza per capire come vanno le cose, come va la vita. Non potete fidarvi delle chiacchiere di nessuno, nemmeno delle mie. Bisogna ragionare, nella vita: ragionando, si capisce tutto, si distingue il vero dal falso ma, naturalmente, come ho appena detto, ci vuole anche un po’ di intelligenza: quella non guasta mai. Sarete perplessi di questo mio invito al ragionare e ad essere lucidi ma vedrete che, dopo la seconda affermazione, questi suggerimenti diverranno utili. Nel frattempo, nell’ attesa che passi la mezz’ ora, non fatevi 500 domande, piuttosto preparatevi a ragionare pacatamente e lucidamente, perché ne avrete bisogno. Ora, mancano quindici minuti circa. Facciamo un attimo di relax, diciamo di rivederci tra 500 secondi.”

Budini esce dalla scena, cala il sipario e tutti immediatamente parlottano tra loro. Chi dice ‘affascinante’, chi dice ‘misterioso’, chi dice ‘potrebbe finire in modo interessante’ ma nessuno usa i termini di Budini e cioè ‘diabolico’ oppure ‘sconvolgente’.

Dopo sei o sette minuti, si alza nuovamente il sipario e Budini torna in scena mentre il pubblico osserva il silenzio più assoluto.

Budini: “Siamo pronti… alzi la mano chi vuole ripetere la prima affermazione… quel signore distintissimo, sull’ ultima poltrona a destra, prego…”

Signore distintissimo: “La prima affermazione, da lei pronunciata, sosteneva che, la seconda, che ora sarà pronunciata, sarebbe stata totalmente falsa…”

Budini: “Perfetto! Mi congratulo con tutti perché sono certo che tutti avranno capito bene, come questo distintissimo spettatore. E ora, rullino i tamburi e suonino le trombe: pronuncerò la seconda affermazione. Eccola:

La frase di mezz’ora fa, cioè la mia prima affermazione, era completamente vera.

Ora, è tempo che cerchiate di riflettere, come detto nel primo commento…”

Brusio e scompiglio generale.

Piero a Mario: “La prìma, ła gà dito che ła secónda la xe fàlsa. E ła secónda ga dìto che ła prìma ła xe véra. La secónda però ła xe del tùto fàlsa e dixéndo che ła prìma ła xe véra, ła dixe na buxìa e ‘lora ła prìma ła xe fàlsa e no véra. Ma se la prìma ła xe falsa, quàndo che ła prima ga dito mèza óra fa che ła seconda gèra fàlsa, ła ga dito nòme àltro che ‘na buxìa e se ła dixe na buxìa vól dir che ła secónda la xe véra. Ma se ła secónda ła xe véra, sicóme ‘dèsso la dìxe che la prìma ła xe falsa, ła dìxe ‘na buxìa… Mario…. me so’ pèrso…”

[La prima aveva detto che la seconda era falsa. E la seconda ha detto che la prima è vera. La seconda però è del tutto falsa e dicendo che la prima è vera, dice una bugia e allora la prima è falsa e non vera. Ma se la prima è falsa, quando la prima ha detto mezz’ora fa che la seconda era falsa, ha detto nient’altro che una bugia e se dice una bugia vuol dire che la seconda è vera. Ma se la seconda è vera, siccome dice adesso che la prima è vera, dice una bugia… Mario…  mi sono perso…]

Mario: “Mi me gèra pèrso ‘ncóra prìma… te gavéva dìto che sti spetàcui no i me piàxe…” [Io mi ero perso già da prima… ti avevo detto che questi spettacoli non mi piacciono…]

Budini: “Avrete capito che, solo in questo teatro stregato, il demonio ci mette la coda… i fantasmi vi confondono le idee… ed ora, il secondo commento:

Non dovete basarvi sulla vostra intelligenza per capire come vanno le cose, per capire come va la vita. Non potete fidarvi delle chiacchiere di nessuno, nemmeno delle mie ma non vi potete fidare nemmeno di voi stessi. Inutile ragionare, nella vita: ragionando, non si capisce niente, sfugge il concetto d’insieme e come in questo caso non si distingue il vero dal falso e, naturalmente, come ho appena detto, l’intelligenza non serve a niente: quella vi deluderà sempre. Sarete perplessi di questo mio invito al non ragionare, all’ inutilità di essere lucidi ma vedrete che, se agirete d’istinto e senza ragionare, dopo questa seconda affermazione, questi suggerimenti diverranno utili. Per questa sera abbiamo finito. Il mago Budini regalerà un budino a chi saprà spiegare il vero motivo di questo incantesimo.

Mario: “Ti ga vìsto, Piero, gavémo pagà el biliéto e gavémo ànca fàto ła figùra dei piàvołi… mi te gavéva dìto…[Hai visto, Piero, abbiamo pagato il biglietto e abbiamo anche fatto la figura degli sciocchi (letteralmente: dei bambolotti)… io ti avevo detto…]

Piero: “No xe véro gnénte che ti gavévi dìto: ti gavévi dito che ‘sto spetàcoło gèra quéło che sercàvino e ‘dèsso no sta giràr ła fortàgia…” [Non è vero niente che avevi detto: avevi detto che questo spettacolo era quello che cercavamo e adesso non girare la frittata.]

Sarà data all’inclito pubblico la soluzione? Magari in un articolo successivo al numero 500.

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