Balcani 1970 5 [932]

Acropoli
L’Acropoli di Atene, la città sacra, racchiude i 4 capolavori dell’arte classica greca: il Partenone, i Propilei, l’Eretteo e il tempio di Atena Nike.

Revisione del testo 7 ottobre 2021 ore 12:15  – Revisione delle immagini: 6 ottobre 2021 – [segue da 931] – Decidiamo di dedicare un giorno alla visita di Atene. L’Acropoli è la meta obbligata…

Il nome viene dal greco ἀκρόπολις, comparativo di ἄκρος [estremo, alto] e πόλις [città]. Il nome è quello che aveva nell’antica Grecia, dove gli abitati erano posti per lo più sopra  delle alture. La parte più eminente della città: dall’Acropoli si gode una vista di tutta la città di Atene e ci si rende conto della stupefacente bellezza dei luoghi. L’enorme area metropolitana di Atene ha, nel 2021, 4 013 368 abitanti su un terreno di 412 chilometri quadrati.

AtenePanorama
L’incredibile panorama di Atene, che si gode dall’Acropoli.

Nessuna notizia di colore da riportare: tutto quello che abbiamo visto e sentito si trova su tutte le guide di Atene. Qui vogliamo esporre delle curiosità, vissute in prima persona. Un fatto strano successo è collegato all’effetto della Metaxa: brandy greco dalla gradazione alcoolica traditrice, pari a 25 gradi.

TuristiAcropoli

L’immagine del Partenone di Atene, sull’Acropoli, rende bene l’idea del calore e della luce accecante in un giorno di agosto.

Il tradimento consiste nel fatto che la Metaxa, bevuta fresca, va giù come un bicchiere di vino ma, in realtà, ogni bicchiere di Metaxa equivale a due bicchieri di vino abbondanti, a forte gradazione. Quella sera, ci siamo fermati, col caldo, al centro di Xilocastron, in un bar, naturalmente senza bancone e ci siamo seduti fuori. Mentre tutti hanno preso dei gelati, M2 ha detto che non aveva digerito bene e si è preso della Metaxa. Il padrone del bar ha preso una bottiglia di Metaxa da mezzo litro, un bicchiere ed una scodella grande con del ghiaccio, ha portato il tutto sul nostro tavolino   ed ha detto: ‘Κατανάλωση’ cioè Katanálosi cioè [a consumo]: ovvero, ‘alla fine, pagherete in base al consumo’. Cosa molto strana, perché di solito vogliono i quattrini anticipati, così come per i gelati.

Chiacchiera di questo e chiacchiera di quello, M2 sente che la Metaxa fresca va giù ch’è un piacere.

Dopo una mezz’ora, decidiamo di pagare e di andarcene. M2 era brillo, tant’è vero che all’ uscita del bar c’era una siepe che nascondeva del filo spinato, attorno al parcheggio delle macchine: M2, invece di entrare per l’apposito passaggio, tra i fumi dell’alcool, decide di attraversare la siepe per dirigersi verso la nostra automobile; considerava sè stesso  troppo brillo per fare il giro sino al passaggio normale. Incespica su di un sasso e cade sopra la siepe, che nascondeva  il filo spinato. Si sente un lamento profondo: non riesce più a tirarsi su, bloccato dal filo spinato. M3 ed io cerchiamo di sollevarlo di peso, in modo che il filo spinato non gli causi ancora più danni. Il filo spinato gli ha causato ben 23 ferite sul torace, sul viso, sulle braccia e sulle gambe. Il proprietario del bar, vista la scena, ci dice che sta telefonando ad un medico e ripete: “tètanos… tètanos”. C’è il pericolo di tetano: parla al telefono col medico e  mi dice di prendere la via tale e al numero tale troveremo il medico che ci aspetta. Arriviamo in un lampo e suoniamo una campanella vecchio stile. Si apre la porta e compare un medico col camice bianco, sulla cinquantina che ci dice in greco: “Buonasera…” quel che so di greco non mi consente di affrontare un discorso di medicina e gli dico le lingue che parlo. Quando dico ‘francese’ mi fa un cenno e dice che lo parla anche lui. Meno male… gli racconto il fatto e lui dice di chiedere ad M2 se è allergico alle antitetaniche. M2 risponde che pensa di no ma non lo sa. Il medico chiama un ospedale chissà dove e mi dice in francese: “Io, gli faccio subito l’antitetanica e aspettiamo dieci minuti: se reagisce con choc anafilattico e qualcosa del genere dobbiamo portarlo immediatamente all’ospedale, dove stanno preparando tutto.”

Il medico fa ad M2 una serie di quattro o cinque iniezioni (almeno mi sembra, forse di più) poi inizia un lavaggio accurato di tutte le ferite, mette un olio verdastro che puzza terribilmente e applica garze e cerotti. M2 sembra un albero di Natale. Finito il lavaggio-cerottaggio, il medico dice: “Non si vedono segni di reazione allergica: aspettiamo comunque altri dieci minuti.” Mi dà le istruzioni per i prossimi due giorni: mi dice che, quella notte, M2 non dormirà, poi che non si deve lavare per tutto il giorno successivo e non deve assolutamente grattarsi né togliersi garze e cerotti. Ritornare da lui dopo due giorni. Nell’attesa che M2 sia fuori pericolo allergico, parliamo di Venezia, dov’è stato come turista. Non vuole soldi, c’è una cassa malati speciale istituita dai colonnelli per i turisti. M2 firma un foglio dove dichiara d’essere italiano, caduto su filo spinato eccetera. Salutiamo il medico ed andiamo a casa. La notte, M2 non riesce a dormire e il giorno successivo ha un enorme prurito sulle ferite ma lo invitiamo a resistere. Morale: le lingue, in caso di incidenti, sono importantissime.

Quando ritorniamo dal medico, M2, per fortuna, sta già meglio… se il medico non avesse saputo il francese…

[segue]

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