Coriandoli 25 [950]

Koriandoli25Revisione del testo 22 novembre 2021 ore 19:40 – Revisione delle immagini: 22 novembre 2021 – Una persona ignorante, come me, dovrebbe starsene a dieta perenne, altrimenti avrebbe un’ ignoranza grassa.

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Dice il saggio: stolto chi non comincia da sé stesso. Chi era questo saggio? un saggista, artificialmente. Naturalmente, sarebbe troppo banale.

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La sai quella dell’avaro che ha dato un euro di mancia?
no…
e non la saprai mai: neanche nelle storielle gli avari danno un euro di mancia. (questa, è stravecchia…)

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Sulla verità, stabilita per legge a maggioranza.

Sembra che forse, probabilmente (ma non è certo) si stia esaminando una proposta per riunire una commissione che dovrebbe dare incarico a dei politici di presentare entro la fine del secolo una richiesta di proposta di legge fondamentale per chi la condivide.

Tale legge direbbe che le verità scientifiche saranno stabilite dalle camere riunite a voto palese (non a voto segreto, perché sembrerebbe che forse potrebbe anche essere un attimino assolutamente un poco troppo rischiosetto). Le verità saranno stabilite con voto politico! che diamine! questo è il vero progresso, incontrovertibile, inarrestabile, inappellabile, inquestionabile, immarcescibile… tra l’altro, si  risparmierebbe sulla ricerca scientifica…

Ecco, ad esempio, una legge sul numero degli occhi degli  esseri umani. Se la maggioranza dirà due, saranno due, altrimenti saranno, a tutti gli effetti pratici, quanti dirà la legge stessa. Il politico XY del partito Z ha giustamente osservato: ‘E l’occhio della mente, dove lo mettete?’ e un altro, che prima di fare il politico faceva il cuoco e  che si chiamava Bacchini: “’ Dell’ uovo all’ occhio, colleghi, nessuno ne parla?’
Da qui è nato il problema, noto come Allocchio Bacchini.

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Ancora sulla verità, stabilita per legge a maggioranza.

Guardino le guardie, osservino le serve, ammirino  gli ammiragli:
un serpente coi sonagli,
con coltello sotto il braccio,
chiesa a tutti: ‘Come faccio?
io… che braccia non ne ho…’
l’ammiraglio disse: ‘Ohibò…
devo dire immantinente
che quel povero serpente
non può avere alcun coltello,
non ha braccia, il poverello…’

Fu la serva che osservò:
‘non ha braccia, proprio no…
ciò non toglie, non di meno,
che disponga del veleno…’

Ma la guardia che guardava
disse ad uno che ascoltava:
‘Anche se non sono certo,
non essendo un grande esperto,
per non fare confusione
io ti dico l’opinione
prevalente di recente
sul serpente: certamente
ha il veleno dentro al dente.’

Ma il profeta Geremia
che passava per la via
disse a quella compagnia:

‘Non vi sembri affatto strano.
La risposta sul veleno
verrà messa ai voti: almeno
si saprà se di veleno
il serpente sia dotato…’

Animale disgraziato!
da quel voto uscì un bel no…
e il serpente si ammazzò:
con la legge, avean votato
ch’egli fosse disarmato.

Dissi allor: ‘Cionondimeno,
si è ammazzato col veleno…’

Un politico ceceno,
che di boria è sempre pieno,
sentenziò da un abbaìno:

‘No! nemmeno se ne parla,
che stia zitto, quel che ciarla;
una legge ha sentenziato
che il veleno sia negato
al serpente ed è reato
disattendere il decreto
preso a forte maggioranza:
non avremo tolleranza
per qualcuno che dissenta,
ché il disordine fomenta.
Ad esempio, anche il cinghiale
non può fare ciò che vuole:
uno è stato processato
per avere sgrufolato
nei bidoni di monnezza…
nelle leggi, v’è certezza…

senza leggi, cario mio,
qui diventa un rovinìo.’

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