Gufo dormiente [955]

RiserveInddiane
In America del nord, prima che arrivassero i bianchi, gli Apaches Chiricahua spaziavano nel territorio corrispondente al poligono giallino. Ora, assieme ad altri nativi americani, sono confinati nelle riserve WA, N, CH, M, L, J e PL. Nel riquadro in basso a sinistra si vede dove siano situate le riserve. Sono nell’Arizona, Nel Texas e nel Nuovo Messico.

Revisione testo: 12 dicembre 2021, ore 14:55. Revisione delle immagini: 11 dicembre 20021 – Nota per il lettore attento: questo articolo sui Chiricahua, degli Apaches provenienti dallo stato messicano di Chihuahua, è una storia tratta dai libri di antropologia di Beals e Hoijer (vedi Bibliografia).

Nelle 1200 pagine dei volumi, ho dovuto ricercare i riferimenti all’ etnologo statunitense Morris Opler, il quale ha trascorso un lunghissimo tempo presso gli Apaches Chiricahua. Le notizie su questi nativi americani sono sparpagliate qua e là nei due volumi e quindi bisogna cercarle col lanternino. L’ area occupata dai Chiricahua era enorme ma ora sono confinati in alcune piccole riserve e inoltre queste riserve non sono tutte per loro ma sono divise con gli altri nativi americani. Per quanto la storia di ‘Gufo dormiente’ sia una nostra invenzione, TUTTE le notizie descritte sono scientificamente corrette, anche quelle che riguardano il gufo comune (asio otus). Vogliamo dare, soprattutto ai ragazzi, una fonte di istruzione certa e divertente. I Chiricahua sono famosi per i loro capi, Cochise (o Kociss) e Geronimo, che si ritrovano frequentemente nei films western.

Ed ecco la storia. Speriamo che vi piaccia.

Mi chiamo ‘Gufo dormiente’ e sono un nativo americano degli Apaches Chiricahua. Praticamente, la nostra civiltà è finita, anche se i bianchi invasori sostengono il contrario. Prima che mandassero i loro ‘lunghi coltelli’ [l’esercito con le sciabole. N.d.a], vivevamo in un territorio enorme. Ora, noi Chiricahua siamo rimasti in 50 mila e siamo confinati, assieme ad altri nativi, in quelle che i bianchi chiamano riserve e che noi chiamiamo ‘campi di concentramento’.

Geronimo
Il capo indiano Apaches Chiricahua Geronimo (1829-1909). Fu uno dei più famosi capi degli Apaches e per oltre venticinque anni guerreggiò contro gli Stati Uniti d’America e la loro espansione a occidente. Scrisse molti libri: uno dei più importanti fu la sua autobiografia, “My life”.

Bisogna dire che l’uomo bianco ci ha sempre lasciati liberi di seguire tutte le nostre tradizioni. Coloro di noi che si sono opposti all’invasore, alla fine hanno dovuto rassegnarsi. C’era troppa differenza di numero.

Mi chiamo così, perché, quand’ ero ragazzino, ricevetti, nella mia capanna, la visita inaspettata di un gufo enorme, che inseguiva un topo, altrettanto enorme. Il topo, disperato, entrò nella mia capanna per salvarsi ma subito dopo entrò anche il gufo, che non mi degnò nemmeno di un’ occhiata: era troppo occupato a prendere il topo. Naturalmente, lo prese, emise un ‘Uuuh’ di soddisfazione ed uscì all’ aperto per mangiarsi il topo in santa pace.

GufoComune
Il gufo comune (asio otus) protagonista della nostra storia. Il gufo comune è presente in Asia, Europa ed America. In America non esiste il gufo reale (bobus bobus).

Dopo un poco rientrò, forse per vedere se ci fossero altri topi. Sembrava non avere alcuna paura. Nel frattempo, arrivò l’alba e il gufo, improvvisamente, sembrò un altro animale: era completamente cieco a causa della luce. Si mise in un angolo della capanna, sbattendo goffamente con le ali contro le pareti. Rimase lì, immobile, esposto ai miei capricci… se avessi voluto fargli del male, non se ne sarebbe nemmeno accorto sino all’ultimo istante. Sapevo che sul pavimento non sarebbe stato capace di resistere più di tanto: per le sue zampe il gufo ha bisogno di un ramo o di qualcosa del genere.

trespolo
Il trespolo per asciugare gli indumenti, che si trovava nella capanna di Gufo Dormiente.

Io, per fortuna avevo una specie di trespolo che poteva fare per lui: era un cavalletto, sul quale mettevo gli indumenti ad asciugare. Presi il gufo e, mentre lui faceva il suo verso e non capiva niente, lo appoggiai sopra il cavalletto. Non appena sentì sotto gli artigli un qualcosa che assomigliava a un ramo, lo afferrò saldamente con gli artigli, fece un altro ‘Uuuh’ e rimase immobile fino alla sera.

Io amo gli animali, soprattutto i gufi e gli altri strigiformi, che ci proteggono dai topi, che a loro volta invadono le nostre capanne. Non avevo mai accarezzato un gufo: ha delle penne morbidissime e vellutate; gli misi una mano sulla testa e lo accarezzai. Fece ancora il suo verso: ‘Uuuh, uuuh’ e così faceva ogni volta che lo accarezzavo. Credo che ormai fossimo diventati amici ma, alla sera, appena fece buio, abbandonò il suo trespolo e se ne volò via… ma ritornò dopo un paio di giorni, un poco prima dell’alba. Di notte, non aveva alcun bisogno di protezione ma di giorno, nella mia casa, forse si sentiva al sicuro. Ogni volta che arrivava, un poco prima dell’alba, andava direttamente sul trespolo. Fu così che tutti mi chiamarono ‘Gufo dormiente’, perché, da noi, i nomi si basano su qualcosa di realmente accaduto. Volevo dargli da mangiare qualcosa ma la dieta degli Apaches Chiricahua è basata quasi completamente su cereali e verdure, cibi che al mio amico gufo non interessano minimamente. Ho sentito dire che i gufi mangiano anche pesce: un cibo che a noi Chiricahua fa addirittura fastidio.

CapannaChiricahua
Una capanna degli Apaches Chiricahua. La foto è relativamente recente. I colori sono naturali, tranne il cielo che è stato ravvivato.

Le nostre capanne non sono le tende dei nativi che abitano le praterie: sono invece fatte di tronchi d’albero e ricoperte di terra. La capanna ideale, per noi, è appoggiata ad una collina. Prima che arrivassero i bianchi, non c’era il cavallo e tanto meno la ruota. Per i nostri trasporti, usavamo delle slitte trainate da cani. Il villaggio, di solito, è composto da alcuni ‘clan’ ma, in certi casi, anche da un solo ‘clan’. Ogni ‘clan’ ha il suo capo. Nel villaggio tipico, ci sono circa 800 persone.

Ormai ero grande… e per entrare ufficialmente in un ‘clan’ bisogna far vedere che si beve qualcosa di alcolico, di forte… un giorno, andai a trovare una vecchia signora che aveva in casa del tiswin [ottenuto dalla fermentazione del grano turco, ovvero del mais. N.d.a.], per comprarne un poco e fare la mia figura nel mio ‘clan’. Mi fece accomodare e mi offrì di assaggiare il suo prodotto. Poi, nel parlare, mi fece osservare che ero scapolo e che avevo bisogno di una moglie. Fece parola di una ragazza, che era sua nipote e mi disse che, per averla, ci volevano due cavalli.

Beh… insomma… io, la ragazza non l’avevo mai vista… salutai la signora e tornai a casa. La signora che mi aveva venduto il tiswin mi aveva messo anche una pulce nell’ orecchio e così, cominciai a pensare seriamente alla ragazza. Ne parlai con  i miei familiari e mio zio mi diede un cavallo e un mio cugino mi diede un mulo.

Il giorno dopo, seguendo i costumi e le usanze, andai a casa di una donna di una certa età, che faceva la mezzana. Quando arrivai, lei stava mangiando. Le dissi che, quando avesse finito di mangiare, venisse fuori di casa, perché avevo bisogno di parlarle. Quando uscì, la presi in affitto perché parlasse per me alla nonna della ragazza. Le usanze mi proibivano di trattare direttamente con la nonna della ragazza.

Il giorno dopo, la mia mezzana, che abitava dall’ altra parte del fiume rispetto alla nonna della ragazza, andò a trovare la nonna per cominciare la trattativa. La vecchia nonna chiese di nuovo due buoni cavalli. La mezzana ringraziò e venne a riferirmi. Le consegnai il cavallo e il mulo: lei li portò alla nonna e il giorno dopo andai a trovare la ragazza. Le dissi che mi chiamavo ‘Gufo dormiente’ e lei mi disse che si chiamava ‘Acqua di fiume’. Comunque, dovete sapere che l’iniziativa per proporre il matrimonio può essere presa dai parenti della ragazza, dai parenti del ragazzo e, rarissimamente, dagli stessi giovani. Io sono tenuto, dalle consuetudini delle nostre genti, una volta che abbia deciso di sposarmi, a contattare i miei familiari, sia per avere il consenso del matrimonio e sia per mettere insieme quello che sarà il dono della famiglia dello sposo alla famiglia della sposa. Poi, non è apprezzato che un giovane come me operi in prima persona: ci vuole, preferibilmente, una mezzana.

Prima dell’accordo, la mezzana o i parenti stabiliscono quali saranno le conseguenze di una eventuale infedeltà della moglie. La mezzana mi ha detto che l’accordo preso per mio conto rispettava la tradizione più rigida: se io mi fossi accorto di essere stato tradito, sarei stato autorizzato  a prendere i provvedimenti più drastici. Questo perché un marito tradito, che non dimostri del rancore, viene considerato poco virile. Bisogna dire che la donna  è in genere la prima a soffrire la collera del marito. La punizione minima è quella di picchiare la traditrice ma lei rischia anche di perdere la vita. Il marito serio deve obbligatoriamente preoccuparsi anche di punire l‘ uomo che ha sconvolto la sua famiglia. Mio padre mi ha insegnato che la tradizione Apache dice: ‘Quando il marito ha punito la moglie, più o meno severamente ed a sua discrezione, andrà in cerca dell’ uomo e lo ucciderà. Mentre, per la moglie, l’uomo tradito può decidere il grado di clemenza, nei confronti dell’ altro uomo non ci sono discussioni: va ucciso e basta’.

Mah… ho visto molti esempi di infedeltà coniugale… nella realtà, i mariti traditi non sempre ricorrono a soluzioni estreme: ci sono stati parecchi casi in cui il marito, dopo aver dimostrato una grande furia, si è disinteressato completamente del tradimento e si è cercato un’ altra moglie.

Ma ora voglio parlarvi delle tradizioni, invalse, che devono essere seguite dopo il matrimonio.

Io, sono obbligato ad evitare assolutamente ogni contatto con mia suocera, con mio suocero, con la madre e con il padre di mia suocera. Non si discute: questa è la nostra legge. Per quanto riguarda le sorelle di mia suocera, non è obbligatorio l’ evitarsi assolutamente; dipende dal rapporto tra le sorelle di mia suocera e mia moglie. Quanto più la sorella di mia suocera mostra attaccamento per mia moglie (che è sua nipote…) e tanto più ci dobbiamo evitare… non è semplice…

Con i parenti di mia moglie, uomini, non sono obbligato ad evitarli del tutto: di solito, ci si evita parzialmente.

Le cugine di mia moglie e le sue sorelle, una per una, decidono, ognuna per sé stessa, se con me ci sarà un rapporto per cui ci eviteremo parzialmente o totalmente. Con costoro, io sono obbligato ad attenermi alle loro decisioni. Dicevo: non è per niente semplice. 

Benché nella tradizione Apache Chiricahua gli uomini siano considerati fisicamente, mentalmente e moralmente superiori alle donne, sono le cugine e le sorelle di mia moglie a decidere quali saranno i loro rapporti con me ed ognuna di loro, ripeto,  può decidere come vuole: poi, bisogna ricordarsi, per ben figurare…

Ormai, stiamo aspettando un bambino. Se, nella pancia di mia moglie, il  nascituro si muoverà vivacemente, si presumerà che sarà un maschio. Noi attribuiamo molto valore ai movimenti prenatali, perché il successo di un Chiricahua dipende, in gran parte, dall’ attività e dalla partecipazione.

Ci sono parecchie altre opinioni che vengono dalla tradizione… ad esempio, le donne Chiricahua (dicono i nostri vecchi) sono più eccitabili e meno stabili degli uomini e con maggior probabilità saranno le donne, con le loro azioni e con le loro parole,  a causare dei litigi domestici e delle controversie tra le due famiglie, quella del marito e quella della moglie. Inoltre, si dice che le donne Chiricahua abbiano minore forza di volontà e cadano più  facilmente in tentazione ma non solo per le condotte sessuali irregolari: anche per le stregonerie. Quello che mi ha colpito è che anche le donne Chiricahua condividono queste opinioni.

Nella vita politica, dove i capi tribali sono sempre e soltanto maschi, è l’ uomo più anziano che parla a nome della sua famiglia.

Gli uomini, per la strada, hanno la precedenza sulle donne. Quando si fanno delle feste, i posti migliori sono riservati agli uomini; le donne mangiano dove ci sia posto. Se ci sono ospiti, gli uomini sono serviti per primi, poi le donne ospitate ed infine le donne della famiglia che ha offerto la festa.

Durante le rappresentazioni teatrali, le donne non possono vestirsi da divinità importanti. Non ci si aspetta che le donne cantino nelle cerimonie e ci sono dei giochi di società, come il salto in lungo, che non possono essere praticati dalle donne: se lo facessero, il Grande Spirito. prima o poi,  le accecherebbe di sicuro.

Mentre gli uomini hanno dei luoghi sacri, della capanne appositamente riservate e così via, le donne Chiricahua non hanno niente di tutto questo.

Da noi, la vecchiaia e la lunga vita sono obiettivi importantissimi ma… finché un uomo è fisicamente ben portante ed attivo, l’ età rappresenta un vantaggio, in quanto denota esperienza e saggezza ma quando un capo non riesce più a tenere il passo di un giovane che lo incalza, la sua età e la sua saggezza non impediscono che venga messo da parte.

Questo è il quadro nel quale si muoveranno la vita di mio figlio, di mia moglie e la mia.

Ora, staremo a vedere se il nascituro sarà maschio o femmina…

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