Coriandoli 29 [981]

Koriandoli29Revisione testo : 3 marzo 2022 ore 08:25 – Revisione immagini: 2 marzo  2022 – 

Mentre una volta morivano sicuramente le truppe, ora, con l’ avvento delle armi atomiche, i generali hanno capito che potrebbero benissimo morire anche loro.

Ecco, allora, la messinscena delle guerre sempre imminenti ma, al penultimo minuto… si fermano.

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Che differenza c’è tra un sommelier, un ubriacone e un moscerino? Il sommelier accetta il vino di buon grado (volentieri), l’ubriacone accetta il vino di buon grado (di gradazione alcolica forte) e  il moscerino aceta il vino di buon grado (manda in aceto: volentieri? se di grado elevato? grado alcolico, non militare…).

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Il politicante tenta di convincere alcuni contadini a votare per lui. Fa un piano di battaglia, raccoglie la sua paccottiglia e in men che non si voglia arringa la marmaglia.

Politicante: “Se voterete per il nostro partito, ‘La cultura dell’ Agricoltura’, vi metteremo la luce nei campi! bisogna stare al passo stesso del progresso…”

Contadini: “Sì, bene! bravi! evviva il progresso! evviva ‘La cultura dell’ Agricoltura’!”

Politicante: “Così, potrete lavorare anche di notte!”

Contadini: “Scemo! vergognati! mandatelo via! è un pazzo!”

Il politicante, visto che la gente dissente, con un voltafaccia nauseante, scappa seduta stante e fugge ben distante.

Poi, prende uno specchio, si guarda e, assieme allo specchio, riflette parecchio: “Devo cambiare registro: la luce nei campi, la vorrebbero… ma non per lavorare…”

Si sposta  a bella posta vicino alla Posta di un paesino sulla costa.

Politicante: “Se voterete per il nostro partito, ‘La cultura dell’ Agricoltura’, non vi metteremo mai la luce nei campi, come vorrebbero fare quelli del Partito della Bistecca: quella, è brutta gente, che vuole farvi lavorare di più!”

Contadini: “Sì, bene! bravi! non vogliamo lavorare di più! evviva ‘La cultura dell’ Agricoltura’!”

Politicante: “Questo è molto importante: che votiate per noi! il partito che non è ancora arrivato! il partito che non si troverà mai a mal partito! lasciamo la parola al nostro agronomo, che vi vuole parlare…”

Agronomo (mette una mela sul tavolo ed i contadini, incuriositi, si tacciono e attendono che l’agronomo dica qualcosa): “Cari amici: come disse Erasmo da Rotterdam, questa è una mela! chi non è d’ accordo, può andarsene seduta stante. La gente seduta sui paradossi distrugge la profilassi. Ma non siamo dei fessi. I princìpî sono fissi.”

Contadino 1 al Contadino 2, sommessamente: “No ho capìo ben, parché no ho fàt le scuòe àlte ma me pàr che el pàrle puìto… sa dìtu, tì… [Non ho capito bene, perché non ho fatto le scuole alte ma mi sembra che parli forbito… tu, cosa dici…]

Contadino 2 al Contadino 1: “Sì.”

Agronomo: “L’ istinto millenario indoeuropeo ha di fatto posto la problematica della realtà agricola, trasferendola di padre in figlio e di figlio in padre, in un rito che oserei osare di dire eppertanto oso, nell’ affermare che la palingenetica obliterata della metempsicosi si risolve nella transustanziazione fattuale del mondo dell’ appreso dai padri ai figli, sì che, or non è guari, qualcuno  disse: ‘magari!’ i contadini stanno agli agricoltori come i politici hanno i loro onori. In questo tripudio, nel connubio fra voi e noi, voteremo… voteremo… e così conquisteremo ciò che c’ è da conquistar… Dio, patria e famiglia… un hurrà per ‘La cultura dell’ Agricoltura’! Hip, hip, hip…”

Contadini: “Hurrà!”

Il politicante, entusiasta,  non riesce a trattenersi: “Eia, eia, eia…”

Agronomo: “Alalà!”

Contadino 1 al Contadino 2, concitatamente: “Mi no vée capìo puìto, ma i me pararìe fassisti…[Io non avevo capito bene, ma mi sembrerebbero fascisti…]

Contadino 2 al Contadino 1: “Sì.”

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Giacomino (Méto in dialetto, per gli amici) ha comperato una motocicletta nuova e se la sta dipingendo. In paese c’ era una storia che si raccontava ma nessuno voleva crederci: la storia narrava di un pazzo, muto dalla nascita, abilissimo motociclista, che guidava con una sola mano e con l’ altra suonava un’ armonica a bocca. Siccome era muto, si esprimeva con l’ armonica armonia dell’ armonica (a Bocca di strada, nome della località) .

Méto dipinge dunque sul serbatoio della motocicletta un’ ulteriore, piccola, motocicletta con un centauro che sta suonando un’ armonica a Bocca (di strada) . I nomi delle strade possono essere varî: basti vedere i famosi violini (Stradivarî). 

Arriva Genoveffa, una splendida ragazza francese che al suo paese si chiamava Geneviève… (vuoi mettere con Genoveffa?). Ebbene, Genoveffa aveva un forte debole per Méto. Sta di fatto che, tutta vezzosa, gli si appropinqua, gli si para innanzi e, nel dialetto padovano che aveva appreso nel fraddove, si esprime: ”Sa fèto, Méto…[Cosa fai mai, Giacomino…] al che, il novello motociclista, nel suo dialetto della Sinistra Piave, risponde: “Come sa fèto, Méto… méto su ła mòto el mòto col mìto del màto mùto…” [Come ‘cosa fai, Giacomino… metto sulla moto il motto con il mito del matto muto…]

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Per i ragazzi.

Volevo scrivere un articolo sul lardo. Ci si potrebbe limitare a prendere un pezzo di lardo di Colonnata (tanto, hanno detto che è pieno di microbi, batteri, virus, impunità, amenità…) e, con un pennarello, scriverci su un bell’ articolo ‘IL’.

Il miglior articolo sarebbe, per l’ appunto, l’ articolo ‘IL’, in quanto sarebbe l’ articolo proprio per il lardo. Tuttavia, anche ‘AL’ non sarebbe poi male. Comunque, per l’ appunto e non per l’ allinea, perché pur sempre di lardo infingardo si tratta… 

Chi non conosce, infatti, l’ adagio della gatta AL lardo?

Più che adagio, la gatta forse andava veloce.

Ma forse era ‘al ladro’ e non ‘al lardo’ e la gatta faceva da guardiana: che presagio in questo adagio… 

Insomma: Tanto va la gatta al ladro… no… non mi sconfinfera…

Difficile che, una gatta, indipendente com’ è, faccia la guardiana… fosse forse un cane, questo potrebbe anche essere…

Tanto punta il cane al ladro, che gli morde il sederino…

Questa, non è male.

Per rubare un quadro, il ladro mette tutto a soqquadro… unica parola della lingua italiana con due lettere ‘q’ ?

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I nostri lettori si dissero l’ un l’ altro: “Divèrtiti…” 

Divertìti

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