Marketing [128]

bisteccaRevisione del 28 aprile 2020 – Mario Barro aveva una meravigliosa macelleria a FD in provincia di Treviso e le cose per un certo tempo erano andate molto bene. Poi, tra i supermercati da una parte e la crisi economica dall’altra, in mezzo erano rimasti i suoi clienti superstiti, pochi in verità.

Eppure, un suo amico, che aveva la macelleria in un paese a una cinquantina di chilometri, stava andando molto bene. Questo amico, gli disse: “Scólta, Mario, ànca mi ière mèss màl ma dòpo sòn ‘ndàt a Trevìso, un sàbo e ‘na doménega e ho fàt un córso de màrketing… ho quàsi radopià el guadàgno…” [Ascolta, Mario, anch’ io ero messo male ma sono andato a Treviso, un sabato e una domenica e ho fatto un corso di marketing… ho quasi raddoppiato il guadagno…]

Mario ringrazia infinitamente, si fa dare il numero di telefono di coloro che tengono il corso e chiama seduta stante.

Il sabato e la domenica successivi partecipa al corso, che costa non poco. Ma quando si è in guerra, bisogna pur combattere…

La notte, tra la domenica e il lunedì, Mario impara a memoria i nuovi discorsi e apre la macelleria alle sette e mezza del mattino. Pronto, prontissimo, attende a piè fermo il primo cliente.

Entra una signora molto anziana, sui novant’anni che dice: “Bongiórno… varàe càro crompàr…” [Buongiorno, gradirei acquistare…]

Mario non la ascolta nemmeno e attacca, in lingua italiana (i nuovi insegnamenti dicono che non si deve usare il dialetto):

“Carissima signora, buon giorno di cuore e veramente benvenuta. Lei è fortunata, perché oggi si inaugura, in questo luogo, un nuovo rapporto tra il cliente e l’ esperto di macelleria. L’esperto di macelleria deve avere una solida preparazione sui componenti biologici dei prodotti offerti alla clientela: a seconda dell’età del cliente consumatore, vanno forniti tagli più o meno proteici, più o meno nutrienti. Nel suo caso, con una rapida occhiata alla recentissima applicazione elettronica, il suggerimento sarebbe forse quello di scegliere qualcosa di non troppo proteico. A lei la parola per esprimere le sue preferenze, prego…”

La signora strabuzza gli occhi, rimane perplessa, si ricompone e dice:

Va bén, fiòl, el mìn dàe dó èti, che próve a fàrli in bròdo…” [Va bene, figlio mio, me ne dia due etti che provo a farli in brodo… ]

Nota per il lettore.
Quando ci si accorge che uno non capisce niente, si usa dire, in sua vece: “El mìn dàe dó èti…”, quindi la storia è conosciutissima.

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