Nel nome del Padre ter [880]

NelNomeDelPadreTer
Le due versioni del Padre: Affettivo e Normativo.

Revisione del testo: 10 maggio 2021 19:40 – Revisione delle immagini: 10 maggio 2021 – La differenza di educazione tra Caino ed Abele spiega molte cose.

Dobbiamo sempre ricordare che il Padre celeste è una rappresentazione dei genitori terreni.

I modi di educare dei genitori terreni, secondo studi recenti, sono due, come se ogni genitore, il padre e la madre, fossero a loro volta due genitori: un Genitore Affettivo (che chiameremo GA) ed un Genitore Normativo (che chiameremo GN), Un bimbo quindi ha quattro Genitori: due Affettivi (uno che risiede nel padre e uno che risiede nella madre) e due Normativi (uno che, analogamente, risiede nel padre e uno che risiede nella madre).

I figli NON vengono educati nello stesso modo. Nell’ordine, vediamo come normalmente i figli vengano educati.

Figlio maschio Figlia femmina Ordine di nascita senza tener conto del sesso
Prevale l’educazione affettiva. Prevale l’educazione affettiva. 1
Prevale l’educazione normativa. Prevale l’educazione normativa. 2
Educazione sia normativa che affettiva, equivalenti. Educazione sia normativa che affettiva, equivalenti. 3
Come il primo. Come la prima. 4

Supponiamo che la coppia abbia 5 figli, nell’ordine Maschio, Femmina, Femmina, Maschio, Maschio:

Solitamente il primo maschio riceve una educazione prevalentemente affettiva,  è il cocco della mamma (sessi incrociati).

Solitamente la prima femmina riceve parimenti una educazione affettiva, è la cocca del papà (sessi incrociati).

La seconda femmina riceve una educazione prevalentemente normativa. Sarà chiamata ad aiutare i genitori in caso di necessità. Dovrà rigare più dritta della sorella maggiore. Ci si aspetta da lei maggior impegno e maggior disciplina. Come vedremo,  questo approccio sembra sbagliato.

Il secondo maschio riceve una educazione prevalentemente normativa. Sarà chiamato ad aiutare i genitori in caso di necessità. Dovrà rigare più dritto del fratello maggiore. Ci si aspetta da lui maggior impegno e maggior disciplina. Come vedremo,  questo approccio sembra sbagliato.

Il terzo maschio riceverà, una educazione affettivo-normativa grosso modo equivalente. Soprattutto, dovrà arrangiarsi.

In questo modo, i genitori non educano mai due figli nella stessa maniera e le femmine sono educate con un loro ordine interno alle femmine, indipendentemente dal fatto che ci siano fratelli maschi (e lo stesso vale per i maschi).

Per inciso, le femmine copieranno il ‘come fare ’ dalla madre e copieranno il ‘cosa fare  ’ dal padre.

I maschi, viceversa, copieranno il ‘come fare ’ dal padre e copieranno il ‘cosa fare ’ dalla madre.

I miti sono la trasposizione ideale di queste regole. Il Padre che sta in cielo è un mito da copiare. Vediamo come Egli ha educato Caino ed Abele.

[Nda. Secondo gli studiosi, c’è tuttavia una incongruenza: Caino è il primogenito ma fa l’agricoltore, lavoro che è arrivato (sulla faccia della Terra) dopo la pastorizia di Abele. I casi, quindi sarebbero due: o Caino non è il primogenito (e allora è giusto che sia stato allevato in modo normativo) oppure è il primogenito ma in tal caso dovrebbe essere un pastore (più antico) ed essere stato allevato in modo affettivo. Ma la Bibbia è così e lasciamola così. Questo, tuttavia, non incide sul nostro ragionamento].

Nei fatti, abbiamo in Abele l’esempio di un figlio allevato prevalentemente in modo affettivo; le espressioni tipiche del Padre affettivo sono: riprova, lo  so che sei bravo, lo so che ce la farai, se non ce la fai tu, non ce la fa nessuno, bravissimo, ti voglio bene eccetera. Il Padre accetta volentieri le offerte che Abele fa, ma respinge quelle fatte da Caino, il quale, poveraccio, non si rende nemmeno conto del perché della differenza: semplicemente, i genitori di solito lo fanno senza rendersene conto, tanto per cambiare. Il mito del Padre celeste, quindi, riflette la realtà quotidiana.

Caino viene allevato, prevalentemente, con le espressioni tipiche del Genitore Normativo: nella vita ci si deve impegnare; ricordati che nessuno ti regala niente; impegnati, se vuoi riuscire. Non devi contare sugli altri.

Caino, se non era invidioso di Abele, diventa invidioso per forza. E, nel mito, uccide Abele, quando il Padre respinge le sue offerte ma non quelle di Abele. Uccidere, ovviamente,  non si deve ma, se ce l’aveva su con Abele, tutti i torti Caino non li aveva, anche se, in realtà, Abele non era responsabile delle differenze fatte dal Padre. Si tratta quindi anche di un omicidio senza ragione. Stiamo fingendo, ovviamente, che il mito sia una cosa vera.

Un esempio concreto è questo: ci sono due sorelle e la primogenita è la coccola di mamma e papà (come detto). Le due ragazze vanno a passare una domenica al mare coi rispettivi fidanzati, con la stessa automobile. Quando ritornano, la prima (la preferita, la coccolona) si sente dire dalla madre: “Ti sei divertita? Beata te… divertiti fin che sei giovane…”

Arriva la seconda, la quale si sente dire: “Ciao, sei qua? sei stata via tutto il giorno… e se ai tuoi genitori succedeva qualcosa? siamo anziani… ma  a te non interessa…”

Risposta: “Ma ero in macchina con mia sorella! perché a lei non hai detto niente?”

La madre: “Hai anche la lingua lunga! maleducata… colpa mia, che dovevo insegnarti meglio… bla bla bla…”

Se manca l’affetto da parte del Genitore, le cose si complicano. I figli tendono a respingere l’Autorità Normativa, in quanto privati degli affetti. Le madri che lavorano, nella nostra società, non possono dedicarsi ai figli per il tempo necessario e non possono dar loro l’affetto per il tempo necessario. La mancanza di affetto provoca anche il rifiuto delle norme: se non ho il Genitore Affettivo, non voglio neanche il Genitore Normativo.

Il figlio che ha una madre casalinga avrà più successo, sarà più aperto e non avrà i vuoti di presenza che ha un figlio la cui madre lavora.

Confrontate le reazioni intellettive di un quindicenne che ha sempre avuto a disposizione una madre affettiva con le reazioni di un suo omologo che ha sempre avuto la madre al lavoro e poi tirate le conclusioni.

Una rabbia serpeggiante tra i giovani dipende anche da questo: la famiglia, per migliaia di anni, è stata quella che è stata. E loro, invece, una infanzia vera e propria, avendo le madri al lavoro, non ce l’hanno avuta.

Ci sono, oggi, dei giovani veramente problematici, con le droghe eccetera. Dovremmo riflettere attentamente. Gente che a scuola rifiuterebbe comunque la meritocrazia, anche se non influenzata dalla sinistra, perché essi, privati del Genitore Affettivo, si scagliano anche contro le Norme che assomigliano agli insegnamenti dell’indesiderato Genitore Normativo.

Riassumendo anche il contenuto dei due articoli precedenti, concludiamo che la nostra società:

  • Oggi è influenzata nei giovani e negli adulti da una certa sinistra che ha respinto, per motivi politici, la meritocrazia, creando una massa informe di ignoranti irrecuperabili.
  • Queste persone non hanno iniziativa, sono a reddito fisso, non sanno niente e sanno solo protestare e non sanno costruire alcunché. Irrecuperabili.
  • La donna che lavora ha distrutto, involontariamente, la sfera affettiva dei figli che si trovano privi di affetti: allora, tanto peggio, tanto meglio. Dice il figlio: ‘Non mi hanno dato i loro affetti, non voglio nemmeno le loro norme. Saranno sicuramente tutte sbagliate. Devo gettar via il copione che mi avevano suggerito di seguire e scrivermi qualcosa per conto mio, che non sia in sintonia col loro copione. La droga è proibita? sì, ma da loro… pertanto, usiamola… non ci hanno dato niente, nemmeno l’affetto di una madre… cosa vogliono da noi? distruggere è, pertanto, l’imperativo!’ Ragazzi così, sono irrecuperabili.

Non abbiamo belle prospettive.

Anche la parità dei sessi sembra essere un politically correct: parità per lavorare ma gli stupri proseguono… nel segno della distruzione.

Eppure, le madri, per decine di migliaia di anni,  sono state a casa ad accudire la prole. Non sembra, quindi, che quello di oggi sia un progresso. Certo, con la società attuale, così com’è congegnata, le donne devono lavorare ma la ragione è che gli operai maschi prendono poco perché la stragrande massa dei maschi è ignorante e quindi non guadagnano a sufficienza. Se il maschio, specializzato e capace, guadagnasse il doppio, la donna non sarebbe tenuta a lavorare. Se poi volesse lavorare per capriccio e non per necessità… beh… questo sarebbe un altro paio di maniche. Se le madri rimanessero a casa  ed i figli fossero correttamente stimolati, sarebbero più attivi, più motivati (meritocrazia) e questa storia della madre che lavora, oggi purtroppo necessaria, necessaria non lo sarebbe più. 

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