Ricchezza ed immortalità [979]

Majorana
Una pubblicazione di un giornale del 1938, per la scomparsa di Ettore Majorana.

Revisione testo : 22 febbraio 2022 ore 12:30 – Revisione immagini: 21 febbraio 2022 – 

Questo racconto è basato sui fatti come li conosco io. Il 90% di questi fatti sono documentati. Ettore Majorana nacque a Catania nel 1906. Cervello eccezionale, portato per le scienze esatte, frequentò ingegneria per i primi 2 anni e poi, su invito di sua eccellenza Enrico Fermi, che nel frattempo lo aveva conosciuto, passò alla facoltà di fisica teorica.

Perché questo interessamento da parte di uno dei più grandi fisici mondiali, Enrico Fermi? si racconta questo aneddoto:

Fermi aveva sentito parlare di Ettore Majorana come di un mostro e lo invitò a Roma per fare un colloquio. Tale colloquio, più che altro, doveva in realtà essere un esame, al quale Ettore Majorana venne sottoposto. Senza darne l’ apparenza, Fermi voleva rendersi conto delle effettive capacità di questo giovane mostro siciliano. Gli fece  fare un giro dei laboratori e, alla fine, gli disse: “Penso di essere, col mio team, all’ avanguardia mondiale… in questo momento, stiamo studiando una mezza dozzina di formule matematiche per la generazione di energia nucleare. Vuoi sentirle?”

Majorana, che era di pochissime parole, disse soltanto: “Me le dica pure…”

Fermi:   ” Ovviamente, le sei formule sono delle novità mondiali, le stiamo controllando, tienitele per te; le formule sono:” e così, Fermi, per mezz’ora, espose cifre su cifre, equazioni su equazioni, vincoli, grafici e così via. Fermi, alla fine, disse: “Ebbene, Ettore, che ne pensi?”

Majorana aveva preso alcuni appunti su un pacchetto di sigarette e rispose laconicamente:  Vedrò… “. Salutò tutti e se ne andò.

Enrico Fermi ed i suoi collaboratori si guardarono l’ un l’ altro, perplessi e convennero che il giovane, forse, aveva preso paura, il che dimostrava che non era all’ altezza della situazione: non era fatto per partecipare a quella che, probabilmente, era la miglior squadra di fisici teorici al mondo. Il discorso sembrava chiudersi così: pazienza… ne troveremo uno di migliore…

Fu con estrema meraviglia che i fisici di via Panisperna videro arrivare, all’ indomani mattina, Ettore Majorana con in mano sei fogli fittamente annotati, uno per ciascuna formula.

Fermi gli disse: Sei tornato, Ettore…  ebbene?”

Ettore rispose: “Le formule ed i calcoli sono giusti”.

Incredibilmente, era Ettore Majorana che aveva esaminato il lavoro della squadra di Fermi. Da quel momento, Ettore, a furor di popolo, entrò a far parte della squadra di via Panisperna, in Roma. La squadra occupava una palazzina messa a disposizione dal governo italiano.

Majorana tenne conferenze in tutta Europa: i suoi studi sui neutrini, comunicati al mondo scientifico durante una conferenza a Lipsia, con i nazisti che lo ascoltavano, erano una anticipazione sull’ antimateria, studi che vanno per la maggiore ancora oggigiorno

Prima di proseguire, illustriamo ora alcune cose che si dovrebbero sapere.

Tutta la materia è composta (senza scendere a livelli subatomici) da neutroni, protoni ed elettroni. Anche questa idea, dei neutroni, fu impostata da Majorana, perché prima si credeva che i neutroni fossero dei protoni con appiccicati degli elettroni e quindi che le componenti fondamentali della materia fossero due. Dopo che Majorana chiarì definitivamente la questione, si seppe invece che le componenti fondamentali erano tre.

Per chiarire ciò che diremo, illustriamo ora alcuni concetti base.

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I protoni sono neri ed i neutroni sono bianchi. Gli elettroni dell’ elio sono su due sfere diverse. Secondo il principio di indeterminazione di Heisemberg, non si può mai sapere dove si trovino esattamente gli elettroni.

Un atomo è composto solitamente da un protone carico di energia positiva, di eventuali neutroni senza energia e di tanti elettroni, carichi di energia negativa, quanti sono i protoni. L’ immagine (A) è relativa a un atomo di Elio con due protoni positivi (neri), due neutroni (bianchi) e da due elettroni (celesti) negativi.

Per quanto riguarda l’atomo di idrogeno, (immagine B) vediamo il protone+ che si equilibra con un elettrone-.

Nell’ atomo c’ è un gran mucchio di niente. Il protone è piccolissimo: in un millimetro, si possono allineare di seguito 3 miliardi di miliardi di protoni: nonostante questa infima dimensione, il protone è ancora 1800 volte più grande dell’ elettrone. Ma quanto distante gira, più o meno, l’ elettrone dal protone, nell’ idrogeno? se il protone fosse una pallina da un centimetro, l’ elettrone girerebbe, a caso, mediamente ad una distanza di 250 metri, il che costituisce il raggio. Quindi una palla enorme, con diametro di 500 metri ed un protoncino piccolino, di un centimetro, al centro…

Come dicevamo, un gran mucchio di niente. Se gli elettroni sono più di uno, allora possono girare anche su sfere diverse. Il carbonio, per esempio, ha 6 neutroni, 6 protoni e 6 elettroni: due elettroni si aggirano su una prima sfera, più o meno come quella dell’ idrogeno, mentre gli altri 4 girano tutti su una seconda sfera, relativamente più larga.

Insomma, è tutto vuoto!

Portiamo, a tal fine, due esempi. Se i 7 miliardi di esseri umani che attualmente vivono sulla Terra non avessero il vuoto tra i protoni e gli elettroni, tutti e sette i miliardi di abitanti occuperebbero lo  spazio di una pallina da tennis: il peso, naturalmente, resterebbe uguale.

Se la Terra non avesse spazi vuoti all’ interno dei suoi atomi, invece di avere un diametro di oltre 25 mila chilometri, avrebbe un diametro di 12 metri di nuovo, il peso sarebbe ovviamente uguale.

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Due atomi di idrogeno uniti fanno un atomo di elio. Il processo avviene solo a temperature di milioni di gradi e viene liberata un’ energia spaventosa.

Quindi, se prendiamo due atomi di idrogeno e li uniamo (vedi illustrazione C e D) otteniamo un atomo di elio. Questo fatto, di trasformare due atomi di idrogeno in un atomo di elio, è ciò che fa il Sole e ciò che fanno le bombe all’ idrogeno. La bomba all’ idrogeno più potente fu la bomba russa chiamata Zar che esplose nel 1961: era, nel primo stadio, una bomba atomica, basata su uranio a 238 protoni che generò un calore spaventoso. Tale calore innescò il secondo stadio, con l’  idrogeno che si trasformava in elio, come fa il Sole. Quando il Sole avrà finito di trasformare l’ idrogeno in elio, diventerà una stella gigante rossa che si espanderà di colpo, in circa otto minuti, sino alla Terra. Questo avverrà tra 5 miliardi di anni (qualcuno dice tre). La Terra, allora, sarà bruciata e inghiottita dal Sole. La reazione dell’ idrogeno che diventa elio si verifica solo se c’è calore a sufficienza per innescare il processo: in questo caso, milioni e milioni di gradi centigradi.

L’ idrogeno ha, tra protone ed elettrone, un legame resistentissimo e non è facile togliere l’elettrone o aggiungerne un altro, così come non è facile aggiungere un secondo protone all’atomo o toglierlo. Più facile sarà rompere questo legame e più facile sarà ottenere quantità enormi di energia. L’ uranio, che ha normalmente 92 protoni e 92 elettroni, esiste anche nella versione (le versioni diverse, per neutroni, di un elemento, sono dette isotopi) con 235 neutroni, oppure 238 neutroni e, con relativamente poca energia, perché in questo caso i legami non sono fortissimi, si possono rompere tali legami, sviluppando un’ energia enorme, molto ma molto più di quella somministrata per innescare il processo.

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ILLUSTRAZIONE E – Il processo continuerà sino ad esaurimento dell’ uranio.

La bomba atomica, a differenza delle bombe all’ idrogeno, non fonde due atomi dello stesso idrogeno per ottenere un atomo di elio:  usa invece dell’ uranio radioattivo (contenente molti protoni) come nell’ illustrazione (E) qui sopra. Il processo si chiama reazione a catena. L’ energia emessa dalle bombe atomiche è notevolmente inferiore a quella delle bombe all’ idrogeno. Le prime bombe atomiche furono sganciate dagli U.S.A., nel 1945, su Hiroshima e su Nagasaki, in Giappone. Enrico Fermi ed i suoi studi sono riconosciuti come fondamentali per l’ acquisizione di tale tecnologia.

Enrico Fermi, non si sa ancora bene per quale motivo, entrò in contatto con gli americani per studiare la reazione a catena dell’ atomo, al fine di sviluppare le armi atomiche.

Ettore Majorana non era d’accordo e non si sa bene il perché. Le ipotesi di ciò che avrebbe voluto Majorana sono due:

1) Voleva opporsi allo sviluppo delle armi atomiche e basta.

2) Voleva che Fermi lo seguisse non nella fissione dell’ atomo, come voleva fare Fermi ma nella trasduzione dell’ atomo, vecchio sogno degli alchimisti.

Sta di fatto che nel 1938, all’ età di 31 anni, dopo aver avuto un lunghissimo colloquio con Fermi, durato una notte intera, Ettore Majorana manda alcune lettere di saluto e commiato, molto ambigue, ad amici e a parenti e sparisce per sempre. In via Panisperna, nessuno ne sa niente…

C’è chi dice che, in seguito, Ettore sia stato rapito dai nazisti. C’è chi dice che sia stato rapito dalla Cia. C’è chi dice che si sia trattato di suicidio e c’è chi dice che Majorana si sia dedicato alla trasmutazione dell’atomo (vedi sotto). C’è chi dice che sia andato in un convento calabrese e c’è chi dice che sia andato in Venezuela.

Coi suoi studi, sembra che Ettore Majorana abbia costruito una macchina che trasmutava gli atomi, cioè che toglieva a piacimento protoni, neutroni ed elettroni da elementi con legami deboli per assemblare, ad esempio, un nucleo con 79 protoni e 118 neutroni, attorno al quale giravano 79 elettroni distribuiti su 5 sfere. In poche parole, stiamo parlando dell’ oro!

Majorana era riuscito a trasformare metalli in altri metalli (trasduzione) ed in particolare metalli non pregiati in oro: il sogno degli alchimisti…

Ecco il perché dei ventilati rapimenti da parte dei nazisti o della Cia. Si vocifera di amici di Majorana che, non essendo in grado di dimostrare la provenienza dell’ oro creato dalla macchina di Majorana e, non potendo proclamare ai quattro venti l’ origine di questo oro, si siano adoperati per anni nel cercare di creare fatture false per fingere acquisti di oro, quando invece l’ oro era stato creato da altri metalli.

Ovviamente, si dice che alcune persone poco raccomandabili si siano messe sulle tracce di questa macchina aurifera.

Un’ altra diceria, strettamente collegata alla trasduzione, è quella del teletrasporto. Si tratta dello stesso principio e quindi il tutto è molto plausibile.

Un corpo umano di 70 kg è composto da un certo numero di atomi: circa 1015 atomi, e cioè 10,000,000,000,000,000.00 atomi.

Supponiamo di voler fare una copia di una persona che si trova a Bergamo ed ottenere la copia a Venezia. Mettiamo a Bergamo la nostra persona in una TAC specializzata. La scannerizziamo e mandiamo le istruzioni, atomo per atomo, alla macchina di Majorana che si trova a Venezia. La macchina di Majorana avrà 3 serbatoi speciali: uno che contiene protoni, uno che contiene neutroni ed uno che contiene elettroni (si tratta, ovviamente, di un enorme semplificazione). La tac di Bergamo trasmette le tre coordinate dell’ atomo (ad esempio, il primo atomo ha coordinate 5,7,3), nonché il tipo di atomo relativo a quella posizione: ad esempio, invierà un numero 20, che significa che si tratta di un atomo di Calcio. Il Calcio ha, per l’appunto, 20 protoni, 20 neutroni e 20 elettroni. La macchina di Majorana, in quel di Venezia, preleverà dai tre serbatoi il materiale necessario (20+20+20) e costruirà un atomo di Calcio, ponendolo in quella data posizione: coordinate 5,7,3. Atomo per atomo, l’ uomo di Bergamo viene copiato a Venezia…

Concettualmente, il problema è risolto (e questo è l’importante) ma in definitiva è una questione di velocità. Oggi come oggi, per un teletrasporto totale che mandi le informazioni di un essere umano, sono necessarî circa 3 anni.  Bisogna aspettare che i computers svolgano il lavoro in qualche minuto. Ci vorranno decenni, se non secoli…

Per l’immortalità, basta che la macchina tac di Bergamo registri sul computer i dati di un essere umano quando è circa trentenne. Quando l’essere umano avrà 60 anni, si rintracceranno i dati archiviati e si creerà un altro essere umano uguale, copiando i dati dal disco e ottenendo così un nuovo uomo di 30 anni. Subito dopo, si eliminerà il corpo del sessantenne… c’è il problema del cervello e  dei ricordi dai trenta ai sessant’anni… quelli vanno salvati sempre, altrimenti avremo un trentenne che sa quello che è successo nel periodo dai suoi trent’anni sino ai sessanta… ma se cambiamo un braccio, una gamba o il cuore, non ci sono problemi.  Quindi, inizialmente si potrebbe cambiare    tutto, tranne il cervello. 

Ci sono, comunque,  delle voci in giro… tali voci sostengono che Majorana sarebbe ancora vivo e sarebbe stato protagonista di quanto segue:

Nato nel 1906, Maiorana oggi (siamo nel 2022) avrebbe 116 anni. Eppure… sembra che nel 2006, in occasione del suo centenario dalla nascita, il nostro eroe si sia visto in giro,  relativamente giovane, con degli amici e con chi oggi sta adoperando la sua macchina per l’ oro… il vecchio sogno degli alchimisti… per ironia della sorte, l’ oro e l’ immortalità sarebbero collegati in un unico processo, proprio come dicevano gli alchimisti… è universalmente nota, infatti, la storia di Longino, il centurione romano che con la punta della sua lancia trapassò il costato di Gesù in croce. Tale punta di lancia divenne, secondo la leggenda, di un oro miracoloso, subito dopo aver toccato il sangue di Gesù. Per ottenere l’ immortalità, secondo gli alchimisti, sarebbe stato necessario dell’ oro che fosse stato a contatto con la punta, d’ oro miracoloso, della lancia di Longino: ciò avrebbe creato la Pietra Filosofale che, a sua volta, avrebbe dato l’ immortalità agli uomini, puri di cuore, che l’ avessero venerata.

Buone fantasticherie…

 

 

 

 

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