Utopia anarchica [1137]

Anarchia
Il simbolo dell’ Anarchia.

Revisione testo: 29 febbraio 2024 ore 10:00 – Revisione immagini: 29 febbraio 2024 – L’Anarchia, dal greco AN (negazione) e ARCHEIN (governare), significa senza governo. Immaginiamo che ci sia una persona che sogni la libertà assoluta, cioè di poter fare come crede, di non aver vincolo alcuno, di non dover mai rispondere di ciò che ha fatto o che sta per fare.

Dimostreremo come questa filosofia di vita sia un sogno, un’utopia e che non potrà mai essere applicata agli esseri umani.

Gli esseri umani, per loro struttura psicologica, sono esseri sociali e questo deriva dalle loro caratteristiche fisiche. Sin dalla notte dei tempi, essendo gli esseri umani deboli, ovvero i non più forti in natura, hanno dovuto aggregarsi in gruppi per poter sopravvivere. Un elefante è catturabile solo da un’orda di uomini, da un gruppo e così pure gli uomini devono fare per difendersi dai grossi felini.

Aggregarsi in gruppi comporta necessariamente una limitazione della libertà ed un riconoscimento implicito dell’altro. Una tigre, ad esempio, è autosufficiente e non vive in gruppo. Potrebbe essere anarchica.

Per chiarire, portiamo l’esempio dell’Isola dei Naufraghi, esempio famoso nella letteratura antropologica.

L’Isola dei Naufraghi

In un’isola deserta, nei Caraibi, in un brutto giorno di tempesta, una nave fa naufragio, affonda ed una ventina di persone riescono a salvarsi e a trovare scampo nell’isola, la quale è grande, molto grande e potrebbe ospitare comodamente qualche centinaio di persone. Gli alberi da frutta non mancano, la selvaggina è abbondante ed esiste una roggia con dell’acqua limpidissima. Il clima è meraviglioso. Insomma, nella disgrazia di essersi persi nell’Oceano Atlantico, c’è la fortuna di aver trovato un’isola ospitale. Forse nessuno verrà mai a cercarli e quindi ognuno dei naufraghi decide di raccogliere banane e manghi per il proprio sostentamento. Ognuno è libero di fare come crede: se non raccoglie banane o manghi, ovviamente, non mangerà. Si tratta di una condizione anarchica, senza governo, nessuno ordina niente a nessuno, libertà assoluta. Il sogno di ogni anarchico. Ma…

Ma un brutto giorno, arrampicandosi su di un banano, per prenderne i frutti, Simplicio scivola malamente e si rompe una caviglia. Sarebbe destinato a morte certa per fame se nessuno gli portasse delle banane e se un naufrago, che è medico, Carneade, non gli prestasse le cure più elementari. I componenti il gruppo devono procurare le banane sia per Simplicio che per Carneade, il quale, finché presta le cure a Simplicio, non ha tempo per raccogliere banane per sé. Gli altri si adattano a raccogliere le banane anche per Simplicio e Carneade, perché pensano che potrebbero rompersi una gamba anche loro e un minimo di solidarietà può venir utile...

Nel momento in cui muovono il primo dito per raccogliere banane per Simplicio e per Carneade… ecco! l’anarchia è finita! esiste, da quel momento, un minimo di vincolo sociale, esiste la premessa per una organizzazione e l’anarchia si rivela per quella che è: un sogno che non può trovare applicazione. Col tempo, l’organizzazione aumenterà sempre di più e l’anarchia effettiva diminuirà sempre di più.

In buona sostanza, perché l’anarchia sia applicabile, nessuno dovrebbe rubare, commettere cattive azioni e tutti dovrebbero saper fare qualsiasi lavoro. Altrimenti, ci vorrebbe un minimo di coordinazione, di disciplina ma questa non sarebbe più anarchia.

L’anarchico, in definitiva, non può sopportare nessuna forma di organizzazione: la vede come una privazione della propria libertà. Non può soffrire l’autorità e parecchi sono gli esempi di attentati anarchici ai monarchi, ad esponenti politici e ad alti burocrati.

L’anarchico è quindi un sociopatico: un essere non pericoloso per sé stesso ma per la comunità nella quale è inserito.

Come abbiamo visto, non esisterà mai un regime anarchico ma nemmeno un Partito Anarchico: infatti un Partito Anarchico presuppone l’esistenza di un segretario o di un presidente ma l’anarchico non può soffrire nemmeno questi ultimi. Si tratta, insomma, di una contraddizione di termini: si conclude che l’anarchia resterà sempre una utopia.

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