Parole rilassanti [1136]

parolaioRevisione testo: 10 febbraio 2024 ore 10:00 – Revisione immagini: 10 febbraio 2024 Un esperimento di lettura rilassante, ipnotica, autosuggestionante. In ognuno di noi, uno scritto del genere può suscitare collegamenti cerebrali (sinaptici) diversi.

Leggendo, si sente che la mente sta esplorando percorsi inconsueti. Almeno così ci sembra. Se vi piace, ditecelo: ne possiamo fare degli altri. Sedetevi in poltrona a leggere. Può darsi che questo tipo di lettura induca il sonno.

Avvertenza: leggere molto lentamente e legger mente.

Testo

 E adesso leggiamo, lo scritto leggiamo, l’ho scritto e lo leggo, dileggio chi legge ma questa è la legge dell’ampio leggìo e c’è l’ironia oppur l’armonia di queste parole  che son tutte sole, col sole, la luna ed anche le  stelle, sarebbe l’ostello lo stesso. L’ostesso, l’ostessa la stessa, l’hostéss ha fatto lo stéss con chi, primamente pensò con la mente. La mente era fredda. Freddura, ironia ed anche armonia di tanti concetti, pur chiari e perfetti. A Portofino, ha porto perfino il perfido porfido, per porre una fine alla sua porfiria; colpisce invano nel vano: in vano, cioè nella stanza per una emergenza con tanta pazienza con santa potenza. Che cos’è accaduto, qualcuno è caduto, nessuno lo sa… ma ne parlerà… oppur, tacerà. Chi tace e acconsente, ha in sé la risposta. Anche se non lo fa apposta, risposta per posta. Chi tace ha con sé, vivendo la vita, la fiaba infinita. Ma senza fatica si sta rilassando, leggendo, sognando: in questa maniera la vecchia miniera rispolvera il tutto, sia bello che brutto ma il buono dà un tono… perciò ti perdono. Geronimo, gerosolimitano magnanimo, che mangia l’anima per cena la sera, buon tempo si spera, si spara, alla guerra. Alla guerra come alla guerra. Pietismo insulso, da ciascuno avulso. Avulsioni e convulsioni col convolvolo, ramandolo, picolit, piccolino ma efficace con due metri di torace e intelletto pervicace ma chissà se son capace di portare un carapace, la pace è cara; veramente, chi lo sa, saltellando quà e lá... la vispa Teresa l’aveva già presa la piva nel sacco… sacco, cosacco e Venere, un bel portacenere, un porta gabbana che volta una volta né buona né sana non è mattutina la bella fatina che fa la magìa… la porta per via, la porta è già chiusa, si attende la schiusa di sotto, in cambusa dell’uovo pasquale, nel bene e nel male: è giá carnevale. Ogni scherzo è di valore, disse il prete confessore col latino della Chiesa alla festa di Ognissanti rèquie scànti pàce àme e un panino col salame, un bicchiere  di raboso. Poi, con tono lamentoso, vuole farsi un bel riposo. Lo vuol fare proprio adesso, risultando reo confesso. Per adesso noi leggiamo, noi lo scritto rileggiamo, rileggiamo fuori legge, come fosse un fuorilegge, un bandito, caro mio…rileggiamo sul leggìo. Evidentemente, è evidente che mente, mentre ammette solamente che la mente si consola? sì, con suola della scuola e con fare impenitente, mente sempre sul serpente che non era velenoso, qui lo prendo e qui lo poso, qui si apprende che mi sposo. Non per questo son geloso, forse è meglio se riposo. Si potrebbe proseguire… senza sosta continuare… se la sosta è proibita, la fermata è consentita? mi saluti la signora… sarà fatto, tra mezz’ora.

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