Coriandoli 6 [408]

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Carnevale di Venezia – Fotomontaggio coriandoli – Piazza San Marco – Maschere – 1981 – Ernesto Giorgi ©

Revisione testo: 14 settembre 2021  – Il vetraio di Murano costruisce meravigliosi oggetti perché qualche benestante ha i mezzi per comperarli. Ciò tramanda e mantiene una tradizione, una civiltà e il vetraio deve avere il suo compenso perché ‘gnànca el can el ména ła cóa par gnénte’. [Nemmeno il cane mena la coda per niente].   

Se non ci sono benestanti che comprano, il vetraio dovrà rinunciare al suo guadagnare in più rispetto ad un operaio  e andare a fare l’operaio anche lui: poi ci gusteremo l’occhio con meravigliosi bicchieri fabbricati industrialmente in Cina. Una volta estinti i vetrai, per ricostituirli ci vorranno anni e anni, sempre che ci si riesca. Come sappiamo, una civiltà è tale fin che tramanda sé stessa. Togliendo l’arte e l’artigianato, come distinguere le varie civiltà se non rifacendosi ad ammirare l’ originalità del passato? il futuro sarebbe uguale per tutti. Poi, anche il passato può essere rapidamente distrutto con delle semplici bombe da alcuni imbecilli. Queste sono le vere prospettive della globalizzazione, che ha sempre un velo di ugualitarismo. Possiamo dare a tutti la Ferrari o il Lardo di Colonnata? no! e allora, siccome dobbiamo essere tutti uguali, non diamoli a nessuno. Diamo a tutti il latte in polvere, purché sia fabbricato dai tedeschi.

Perfettamente inutile che il politico ci parli del futuro che lui creerà. Come può dirvi che il suo futuro, di cui egli sarà l’artefice, sarà perfetto, col pregio tale e tal’altro e senza il difetto tale o tal’altro? egli non è in grado di spiegare e risolvere i problemi del presente: come fidarci di un simile impostore? in ogni momento della Storia, il passato è uno soltanto ed il futuro è rappresentato da migliaia, milioni di possibilità che possono verificarsi all’ insaputa di tutti, solo cambiando involontariamente dei piccoli particolari. Il politico non può modificare il presente perché la politica è l’arte del compromesso e quindi dovrebbe imporsi ma sarebbe definito dittatore. Sono cose che richiedono tempo. Come dicevamo nel numero preedente, Venezia ha impiegato cinquecento anni, dal 797 (circa) al 1297, per costruire una civiltà. Come può un impostore dire ‘Se voterete per me, farò questo…’? per fare quello, dovrà costruire una dittatura oppure scendere a compromessi per secoli. In realtà, noi non vogliamo credere a cose di tale durata, così in là nel tempo: siamo poco interessati a ciò che va oltre il limite della nostra esistenza singola.

 

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