Altri Giochi psicologici 4 [301]

Venezia – Riva degli Schiavoni - L’aliscafo Trieste-Venezia ora soppresso – 1961 – Ernesto Giorgi ©
Venezia – Riva degli Schiavoni – L’aliscafo Trieste-Venezia ora soppresso  per moto ondoso – 1961 – Ernesto Giorgi ©

Revisione testo: 29 luglio 2021 – Segue dall’articolo precedente (Altri Giochi psicologici 3). Come puoi agire in questo modo, dopo tutto quello che abbiamo fatto per te? ne ero sicuro! te l’avevo detto! sono degli incapaci! questa è stata l’ultima volta che ho lasciato loro una simile responsabilità!

Questi esempi sono la fase finale di un processo ripetitivo più ampio, i Giochi, e ne costituiscono il tornaconto, ovvero l’obiettivo.

Tra i Giocatori, si distinguono tre ruoli:

  1. Persecutore. Impone le proprie teorie, oppure obbliga ad adattarvisi almeno in parte. Il Persecutore ha sempre un giudizio negativo sull’interlocutore.
  2. Salvatore. Presenta delle meravigliose nuove teorie, oppure dice: “Non è colpa tua di qualunque cosa ti succeda… fatti coraggio, bevi un bicchiere…”. Anche in questo caso, è implicito il giudizio negativo sull’interlocutore.
  3. Vittima. Si adatta alle teorie del Persecutore. Si fa consolare dal Salvatore. Si accorge, improvvisamente, che il Salvatore era in realtà un Persecutore. Se vi riesce, può far diventare improvvisamente Vittima sia il Persecutore che il Salvatore e scambiare con loro il ruolo. Colui che fa da Vittima solitamente è il più energico in quanto è lui che decide e permette i ruoli.

Nel Triangolo (detto anche Triangolo Drammatico) appena visto, i Giochi possono essere giocati all’interno della stessa persona, con dialoghi tra sé e sé, oppure fra più persone.

Riprendiamo ora il concetto del Racket (una emozione consentita che rimpiazza provvisoriamente una emozione proibita). Ricorderete la persona che doveva nascondere la collera, non consentita, per sostituirla con la stanchezza, consentita. Mettiamo in evidenza anche un Gioco e tracciamone un quadro.

Scopo dei giochi: servono per evitare che il proprio Racket (la propria sostituzione di emozioni) debba crollare definitivamente. Dato che il Racket viene, come vedremo sotto, da una simbiosi (ad esempio, mia madre mi fa da parte ragionante ed affido sempre a lei le mie decisioni), i Giochi sono dei tentativi di rivivere dei rapporti simbiotici non risolti. Vediamo ora l’apprendista di Racket. Una bambina impara che quando vuole dell’attenzione, non può andare in collera (verrebbe chiusa in camera sua), ma se invece è triste (non è quindi il caso di prima ma una variante), riceve l’attenzione da lei desiderata. In questo modo, entra nel Triangolo Drammatico come Vittima, cioè un Bambino Adattato e Sottomesso incapace di raggiungere i suoi obiettivi. Si stabilisce così una simbiosi vantaggiosa per entrambi:

 G)enitore A)ffettivo ==> <== B)ambino A)dattato S)ottomesso. entrambi trovano una soddisfazione nel portare avani la relazione.

Vent’anni più tardi, divenuta segretaria, tenta lo stesso racket per ottenere l’attenzione del principale. Non reagendo il principale ai suoi sospiri, si mette a piangere quando egli la interroga sul suo lavoro. Il principale, imbarazzato non sa come reagire e si rinchiude nella sua stanza. Il Racket a questo punto, per la ragazza,  “fallisce”, perché la ragazza non ottiene il GA (Genitore Affettivo del principale) che serve per rivivere la simbiosi di cui prova nostalgia. Rivivere una simbiosi dà enorme sicurezza (apparente).

Scambio dei ruoli: nei giorni che seguono, la segretaria accumula un certo numero di errori che creano delle difficoltà al principale. Egli si sente minacciato dalla disorganizzazione. La segretaria diventa P)ersecutore e il principale diventa V)ittima.

A questo punto il Racket trionfa nuovamente. Il principale, per rimediare, chiede cosa non vada. Lei piange e ottiene mezza giornata libera. Riesce così nel beneficio negativo delle figurine: lei si sente isolata e così ha accumulato dieci figurine nere. Completato l’album, potrà fallire definitivamente dando le dimissioni e incolpando il datore di lavoro di incapacità di atteggiamenti.

[ segue ]

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