Sognando democrazia 3 [909]

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Sognando democrazia 3.

Revisione del testo: 13 aprile 2022 ore 16:00 – Revisione immagini: 01 agosto 2021 – Che mentalità può avere  un governo di sinistra, il quale, con la scusa del buonismo, invece di far guadagnare di più i lavoratori, fa arrivare gli extra-comunitari, per calmierare il mercato?  e questo, col tripudio degli industriali?

Anche questi governanti di sinistra dovrebbero andare a scuola per 1000 anni ancora, al fine di capire che un partito di sinistra  dovrebbe favorire i lavoratori e non le industrie.

Si deve dire chiaramente che è dal 1992 che burocrati, politici e sindacati, fanno aumentare le rendite parassitarie (cioè gli interessi sui bot,  le Industrie in regime di monopolio e le pensioni per tutti): ci vorranno 2000 anni per far capire a costoro che in democrazia non si può tradire chi ti ha votato.

E il popolo deve andare a scuola per 2000 anni per capire che, se gli Stati Uniti tengono il dollaro basso, lo può fare anche l’ Unione Europea. Finché comandano le banche anglosassoni, gli  Stati Uniti  lo possono fare e l’Europa invece no  e nessuno si ribella.

In particolare, oggi che la Gran Bretagna non è più nell’ Unione Europea, l’ euro deve rimanere più alto del dollaro in modo che la convenienza sia tutta per i paesi anglosassoni, in modo da rallentare crescita dell’Europa.

Quindi:  2000 anni di scuola per capire bene la democrazia, ovvero che se è bene per Stati Uniti, Cina e Giappone cercare di tenere i loro cambi bassi, ciò dovrebbe essere vero anche per l’ Europa, dove invece la Germania scarica il problema sulle spalle degli altri paesi comunitari, perché dobbiamo ricordarci che la Germania si era impegnata a non esportare più del 5% del Prodotto Interno Lordo (PIL) per lasciare un po’ di spazio agli altri paesi  europei. I tedeschi, quindi, dovrebbero andare  anche loro a scuola per 2000 anni, come gli italiani, anche se per altri motivi.

Vangelo, capitalismo e anticapitalismo.

Supponiamo che esista un concetto che esprime invidia per chi ha più di noi. Si può invidiare in due modi diversi: in senso positivo, tirandosi su le maniche e cercando di guadagnare di più di chi stiamo invidiando (e questo viene definito capitalismo) oppure facendo come la volpe e l’ uva: in questo caso, questo atteggiamento negativo si chiama anticapitalismo.

Ricordiamo che il comunismo e il socialismo sono teorie che fanno parte dell’ anticapitalismo e sono tutte forme di critica che non prevedono alternativa. 

L’ anticapitalista ha a una forza enorme: le critiche  che fa al capitalismo sono esatte.  Tuttavia, l’ anticapitalista non ha obiettivi, se non quello di distruggere il capitalismo. Una volta che gli riesca d’ accedere alla stanza dei bottoni, non sa da che parte cominciare e non sa che cosa fare.

L’ anticapitalista nega (e secondo chi scrive, giustamente) che il capitalismo possa dare la felicità: questa rincorsa all’ avere, non porta i capitalisti da alcuna parte. I capitalisti (dice l’ anticapitalista), sono felici nel momento in cui comprano, spinti da chi oggi comanda e che inoltre propone il globalismo e il consumismo. Chi ascolta questi suggerimenti è destinato all’ infelicità e ciò farà peggiorare gli esseri umani. Il capitalismo, quindi, secondo l’ anticapitalista, va distrutto. Benissimo: siamo d’accordo… ma cosa viene proposto, in alternativa? niente… in realtà, l’ anticapitalista vuole distruggere ciò che ha causato la sua invidia, perché pensa di non poter avere accesso al capitalismo. Ma quando si accorge che, in qualche maniera, potrebbe essere capitalista anche lui… cambia idea…

C’è un famosa frase che si usa in Inghilterra: “Gli anticapitalisti non sono veramente invidiosi delle ricchezze a cui loro non possono accedere ma sono invisiosi perché vorrebbero provare il gusto delle cose proibite, cose che i ricchi si possono permettere…

Capitalisti ed anticapitalisti (che fingono di non volere la ricchezza dei capitalisti) sono due categorie che si accapigliano per le stesse cose terrene: in loro, non c’ è nulla di spirituale, solo pane, ovvero vogliono solo cose concrete perché non credono all’ essere ma solo all’ avere. Ciò fa inevitabilmente pensare alla risposta che Gesù Cristo diede a Satana. Quando Satana dice: “Se sei figlio di Dio, trasforma queste pietre in pane…” allora Cristo risponde: “Vattene, non di solo pane vive l’uomo…”.

A differenza degli animali, l’ uomo dovrebbe aspirare a qualcosa più del pane. E invece, il capitalismo e l’ anticapitalismo, entrambi basati sull’ invidia e sulla mimesi (imitazione dell’ altro), ti dicono, come Satana, che sarai felice quando potrai avere dei beni concreti (pane), sempre più beni concreti. Chi non avrà pane più degli altri sarà invidioso e questo è il mondo in cui noi oggi stiamo vivendo. Ci sono masse di persone incolte che non discutono del proprio essere ma discutono, semplicemente ostentandolo, il proprio avere. Poi si accorgono che una volta perso il proprio essere (la morte livellatrice) sarà perso anche il proprio avere. Ricordate la novella del Verga dove il contadino vorrebbe che la sua roba lo seguisse nell’ oltretomba?

La stragrande maggioranza delle società umane è organizzata in modo che da una parte ci siano tutte le persone, tranne una: il despota, che si trova dall’ altra parte. Una persona sola può emergere e per farlo, siccome il posto del despota è solitamente già occupato, bisogna abbatterlo con la forza.

Noi avremmo avuto la fortuna, come indoeuropei, di far parte di una società tripartita:

  • Sacerdoti e regnanti, i cosiddetti Brahmani.
  • Militari e nobili, i cosiddetti Ksatrya.
  • Contadini, popolani commercianti, artigiani: i cosiddetti Vaysia.

Questa tripartizione (vedi in Bibliografia i libri di Benveniste) è profondamente sentita tutt’ ora. Una caratteristica del sistema indoeuropeo è che, all’ interno della tripartizione, si può aspirare ad elevarsi e talvolta si può anche passare da un ramo della tripartizione ad un altro. Questo, nell’ India indoeuropea (nord e centro-occidentale), avviene con maggiore difficoltà perché la suddivisione è fatta in ulteriori, numerose caste.

L’uomo indoeuropeo è quindi l’unico che può pensare di distinguersi dagli altri per i propri meriti. Questa semplicissima riflessione ha fatto sì che gli indoeuropei sviluppassero una civiltà meritocratica con aspirazioni  spirituali.

Il capitalismo e l’ anticapitalismo negano tutto questo, negano la meritocrazia e ci fa diventare, schiavi dei consumi, tutti uguali, come i cinesi. Stiamo perdendo le nostre caratteristiche indoeuropee. Secondo le sinistre, nessuna distinzione, per i meriti, deve assolutamente avvenire…

Il prossimo futuro, degli indoeuropei, sembra poter essere diverso dal futuro degli asiatici, dove il singolo non conta ma per fare questo dovremo abbandonare il capitalismo, che in realtà ha tutte le caratteristiche proprie della non-individualità orientale.

Stranamente (ma solo in apparenza…) il capitalismo ed il mercantilismo sono applicati ininterrottamente, in Cina, da 4500 anni.

Una società basata sui principî di Giovanni Evangelista, il cui insegnamento è quello di vedere nell’ altro un fratello e non un nemico con cui competere, il cui insegnamento è di non avere la mimesi (invidia, desiderio, origine dello scandalo, pietra d’ inciampo), il cui insegnamento è quello di avere una elevazione spirituale.

Di questi argomenti, della mimesi in particolare, dell’invidia che distrugge il tessuto delle comunità, abbiamo scritto a lungo.

Se non lo avete fatto, leggete i  numeri de Il Piave:

627 René Girard 1

629 René Girard 2

 631 René Girard 3

633 René Girard 4

637 René Girard 5

Come dicevano Oswald Spengler e Ravi Batra, l’ attuale civiltà attuale capitalistica è diventata una civilizzazione, dove col termine ‘civilizzazione’ si intende lo stadio in cui, per difendere la propria civiltà, il proprio status, bisogna usare le armi. Questo succede quando si è vicini alla fine, al periodo catabolico.

Il posto della nostra civilizzazione sarà probabilmente preso da un tipo di organizzazione come quella descritta nel nostro libro Nuova Società.

Un’ aspirazione metafisica e metasociale sarà

Ina pantes es ousin (Giovanni, 17,21) ovvero ‘affinché tutti siano uno’.

Un comunismo spirituale che nulla ha a che vedere con il comunismo e il capitalismo attuali. Non un fallito comunismo materiale, fallito sul calco del capitalismo materiale, destinato analogamente al fallimento.

Lo strumento primo sarà il DONO spontaneo e volontario, in una società che lasci i suoi componenti liberi il più possibile, così come viene detto: “…e rimetti a noi i nostri debiti…

A sentire queste declaratorie, il tradizionale ben pensante potrà anche sorridere… tuttavia, dalla Prima Guerra Mondiale, siamo passati, dopo una breve pausa, alla Seconda Guerra Mondiale perché non ci fu alcun DONO e ci fu invece la pervicacia francese nell’ obbligare gli sconfitti tedeschi a pagare.

Dalla Seconda Guerra Mondiale saremmo passati alla Terza se gli Stati Uniti non avessero dato agli europei il DONO, ovvero ERP o Piano Marshall che dir si voglia, così come illustrato nel libro Nuova Società e come spiegato abbondantemente in giro per questo sito.

Per concludere, quando, nel periodo che va dal 1920 al 1960 alcuni provarono ad applicare la Nuova Società (Olivetti, Steiner, Polanyi, Gesell), costoro furono sommersi nel ridicolo…

Nota bene: comincia a farsi strada, nei quotidiani benpensanti, la tesi sostenuta da molti di noi e cioè che, forse, siamo troppi… questa idea non fa più tanto ridere, ultimamente…

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