Capitalisti 3 [917]

CapitalistiI3
La fine del capitalismo?

Revisione del testo: 20 agosto 2021 ore 14:25 – Revisione immagini: 18 agosto 2021 – Quando Bill Clinton, presidente degli Stati Uniti, nel 1993, assieme ad Al Gore,  vicepresidente, cominciarono ad aumentare il deficit, importando qualunque cosa dall’estero, dando in cambio pezzi di carta (carta chiamata dollaro…), inizialmente i varî Paesi occidentali storsero il naso.

Ma… la Cina (e il Giappone subito dopo) non storsero il naso ed accumularono dollari, investendoli a Wall Street. Successe che:

  1. Gli americani compravano di tutto, facendo funzionare a tutto vapore le industrie dei produttori e in  cambio davano dei dollari di carta a questi Paesi.
  2. Le industrie dei Paesi esportatori investivano i dollari nella Borsa americana, facendola lievitare.

Era l’uovo di Colombo: bisognava, tuttavia, che gli americani comprassero e, stimolati dal concetto capitalista, gli americani comperavano. Dopo un periodo d’ incertezza, anche i paesi occidentali si gettarono nel gioco: intanto, quanto meno, le industrie funzionavano. Questo fu l’inizio della globalizzazione, perché l’idea di Clinton fu accettata da tutti. Non euro, però, né altre valute diverse dal dollaro.

Con questo sistema, siamo al di fuori di ogni regola prudenziale: in pratica, gli Stati Uniti godevano di un credito infinito e nessuno voleva fermare il giocattolo. L’economia mondiale era drogata, nutrita da una finzione.

Ricordiamo che Bill Clinton e Al Gore facevano parte di ‘Skull & Bones‘.

Quando esplose la crisi dei sub-prime del 2008, la Cina aveva due mila miliardi di dollari di riserve liquide: in contanti…

Se la Cina avesse aumentato i prezzi, gli americani non avrebbero fatto una piega: avrebbero pagato  con la carta chiamata dollaro e stampata da Greenspan. Cina e Giappone  vendevano e vendevano, gli americani compravano e pagavano in dollari, che erano accettati da tutti. Inoltre, la borsa andava sempre su perché tutti avevano dollari da investire… e compravano…

Tizio, che non aveva un centesimo, comperava per 100 dollari, prestatigli dalla ‘Banca A’, 10 azioni della Coca Cola al prezzo di 10$ l’una.

La Coca Cola saliva a 12$, il capitale era 120$. Tizio depositava a garanzia le 10 azioni presso la ‘Banca B’ facendosi prestare 60$.

Coi 60$ comperava  5 azioni Coca Cola a 12$ l’una, che nel frattempo erano andate a 15$. Egli si trovava così ad avere azioni per 225$ e debiti per 160$. Un guadagno enorme in pochissimo tempo.

Quando, nel 2008, le azioni Coca Cola scesero a 5$, egli si trovò ad avere 75$ di valore e debiti per 160$.

La banche, come da accordi, vendettero le Coca Cola e lo fecero nel momento peggiore (come al solito), realizzando solo 4$ per azione e cioè 60$ in tutto. Tizio si trovò con 100$ di debito e non li pagò mai, fallendo. Le banche entrarono in crisi ed alcune (Lehman  Brothers, tanto per dirne una), solo alcune,  furono fatte fallire per dare l’esempio. Greenspan a questo punto stampò ancora dollari per salvare le banche. La Deutsche Bank, una banca privata tedesca, non sa nemmeno lei quanti debiti abbia ancora.

Ad un certo punto, Deutsche Bank assicurò i suoi debiti con delle compagnie di assicurazione ma… per risparmiare sulle tariffe, fece la furbata di assicurarsi con delle compagnie sue proprie… incredibile… quanti operatori falliranno? anche le compagnie di assicurazione? e allora, quanti debiti può trovarsi ad avere la Deutsche Bank? come minimo, da un controllo, una cifra pari (circa) al bilancio dell’intera Germania… ma non se ne parla quasi mai… e non si può sapere esattamente la cifra, perché le compagnie di assicurazione della Deutsche Bank potrebbero dichiarare bancarotta e quindi non coprire chi si era assicurato.  Ma gli assicurati erano (e sono ancora) la banca stessa… un serpente che si mangia la coda.

Eppure, questo è il capitalismo… disordine, arbitrio ed ignoranza.

E questa gente comanda il mondo.

In pratica, io ti vendo due gatti siamesi da un milione di dollari l’uno e tu mi paghi con un cane dalmata da due milioni di dollari. Questo tra privati. Ma se gli acquirenti sono gli Stati Uniti, si faranno dare due gatti siamesi e in cambio stamperanno tutti i dollari necessarî. E la gente non pensa che è tutto fittizio. Il valore vero è il valore non gonfiato, che è quello dell’operaio cinese che sbarca il lunario con meno di 80$ al mese. Abbiamo la realtà sotto gli occhi e non vogliamo rendercene conto. La Cina è in grado di vendere un supertelevisore a 56 pollici per la cifra di 180$. Il giorno in cui i cinesi passeranno all’attacco, ci renderemo conto di cosa hanno fatto le aristocrazie venali anglosassoni.

In Cina, con 80$, una famiglia di cinesi vive un mese: si tratta di una dittatura capitalista che ha tenuto compressi al massimo i prezzi. Ma ciò vuol dire che, in qualche modo, tali prezzi erano comprimibili. In un centinaio di anni l’occidente ha creato tanto capitale fittizio quanto il moltiplicatore tra paghe occidentali e paghe cinesi. Supponiamo che un operaio italiano guadagni 1200$, bisogna fare 1200/80 = 15.

Viviamo in un mondo dove i prezzi potrebbero crollare di 15 volte. Lo Stato Italiano si troverebbe nell’impossibilità assoluta di pagare (vedrebbe il suo debito moltiplicato per 15 volte) e così pure quasi tutti quelli che hanno debiti. Chi, invece, avesse dei fondi in banca si troverebbe  con un deposito 15 volte più grande. Naturalmente, ci sarebbero degli interventi dello Stato per cerrcare di rimediare ma in questi casi, probabilmente, una rivoluzione cruenta sarebbe quasi inevitabile.

Pensate a quanto ammonterebbero, in tal caso, i depositi cinesi in America. Ci sono delle guerre che sono scoppiate per molto meno.

Negli Stati Uniti, pertanto, c’è un finto liberismo e c’è un vero mercantilismo. Il liberismo è come la democrazia: concetti bellissimi ma inattuabili ai nostri tempi: la gente e i politici non sono preparati.

Cosa attenderci dalla Cina, che potrebbe essere la protagonista del prossimo secolo?

La Cina, accaparrando le materie prime, ha inoltre il suo cambio tenuto svalutatissimo per esportare; i lavoratori cinesi non hanno tutela perché la legislazione del lavoro non ha come obiettivo il benessere degli operai; gli investimenti stranieri sono accettati se portano nuove tecnologie da copiare; gli investimenti sono fatti dallo Stato il quale decide a suo insindacabile giudizio; le colonie cinesi all’estero sono Cina a tutti gli effetti; nel 1950,  cinesi assorbirono il Tibet; venne la guerra con l’India, alla quale i cinesi sottassero migliaia di chilometri quadrati di territorio; solo quando Stati Uniti e Russia diedero l’alto là, la Cina allora offrì un  ‘cessate il fuoco’ all’India; dopo due anni, i cinesi affrontarono il problema di sette mila chilometri di frontiera con la Russia; si capì che ciò che fermò la Cina fu la forza russa: per ora, perché i cinesi non hanno cambiato idea. Nel 1979, 330 mila soldati cinesi diedero un appoggio definitivo nella guerra del Vietnam. La crisi di piazza Tien An Men fu risolta con uno sterminio.

Questa forza malefica è stata sviluppata dagli Stati Uniti, per favorire l’aristocrazia venale anglosassone, per vendere cioè armi alla Cina, armi di cui  ora essa non necessita più.

La forza atomica statunitense è l’unico deterrente per la Cina. Non perché i dirigenti cinesi temano le armi atomiche americane nei confronti della popolazione: se ne fregano (anche se sparissero cinquecento milioni di cinesi, ne resterebbero sempre ottocento milioni) ma temono  che un improvviso attacco americano distruggerebbe le loro armi atomiche: non farebbero in tempo ad usarle.  Decisero allora di dare questa versione: “Non c’è motivo che gli americani ci attacchino ma se saremo attaccati…”

La realtà è che, date le forze in campo, se fossero attaccati, per loro sarebbe finita e, molto probabilmente, questo spauracchio gli americani lo stanno usando, perché hanno capito che i cinesi hanno paura.

E, inoltre, gli americani sono pericolosi. Mentre definirono come ‘ barbari’ gli attacchi indiscriminati dei giapponesi alla Cina nel 1937, non esitarono a lanciare le bombe ad Hiroshima e Nagasaki, nel 1945.

Con ogni probabilità, i cinesi, prima o poi, affronteranno il problema  ed avremo la grande lotta tra la civiltà aristocratico-venale degli Stati Uniti e il dispotismo cinese (che è il vero capitalismo, che ci sta inondando, mettendo in ginocchio le industrie europee, gonfiate da capitali fittizî), che non ha nulla da perdere o quasi, dato il numero sterminato di abitanti. Se non affronteranno il problema, i cinesi si troveranno in enormi difficoltà. La rivalutazione dello yen giapponese ha messo, nel 1989, in crisi il Giappone. A lungo andare, la rivalutazione della moneta cinese sarà inevitabile e metterà in crisi la Cina.  La Cina si trova ora un poco come si trovava l’America nel 2008.

Se la Cina dovesse esportare improvvisamente manufatti a prezzi stracciati, per un paio d’anni, i casi potrebbero essere due: o gli Stati Uniti interverranno con le armi oppure il gioco dell’accumulo fittizio occidentale sarà finito e così pure il capitalismo occidentale. Quindi, l’inevitabile conclusione è che gli Stati Uniti dovranno intervenire con le armi.

L’economia antica non aveva l‘accumulo: lavorava  sperando nel meglio e risparmiava temendo il peggio. Si andava a pescare e si guardava l’alba… si leggevano libri… si costruiva in questi modi il proprio essere… ci si creava una propria individualità…

L’economia capitalistica moderna ha l’accumulo: lavora per consumare cose inutili e non risparmia, perché, dicono, non c’è alcun peggio da temere. Sempre avanti, esponenzialmente. Ma, arrivati, ad esempio, a 50 miliardi di abitanti sulla Terra (bestialità detta intenzionalmente), ci si dovrà pur fermare… invece di andare a pescare, si guarda il film di Rambo che va a pescare e invece di guardare l’alba dal vero, la si guarda nel documentario televisivo  di Discovery Channel. Non si leggono libri. L’essere non conta. Conta l’avere. Si diventa tutti capitalisti, comunisticamente uguali.

 

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