Capitalisti 4 [918]

Capitalisti4
Capitalismo: Cina e Usa, due aspetti dello stesso fenomeno.

Revisione del testo: 22 agosto 2021 ore 19:30 – Revisione immagini: 21 agosto 2021 – Il vero inizio del dollaro di carta fu il 15 agosto 1971, quando il presidente degli Stati Uniti, Nixon, sospese la convertibilità del dollaro in oro: 35 dollari per un’ oncia troy (oncia per metalli preziosi, simbolo ‘Ozt’),  corrispondente a 31.1035 grammi, stabilito a Bretton Woods nel 1944.

Da quel momento, in effetti, un dollaro divenne un pezzo di carta e basta, cioè quello che era, mentre prima con 35 dollari ci si poteva rivolgere ad una banca e chiedere in cambio 31.1035 grammi d’oro.

Da quel momento, inoltre, molto lentamente, gli Stati Uniti cercarono di vincere la diffidenza degli stranieri (e degli stessi americani), i quali non erano troppo convinti che fosse ancora conveniente tenersi dollari.

Nonostante questa diffidenza iniziale, piano piano, il mondo cominciò a tenersi i dollari di carta. La domanda di beni era comunque rallentata in tutto il mondo ma i paesi produttori di petrolio (siamo nel 1972) decisero che c’era un solo modo per mettersi al riparo contro il rischio di un dollaro che non valesse più niente: aumentare il prezzo del petrolio in dollari ed aumentarlo di molto. Anche se la domanda di petrolio era diminuita, l’aumento dei prezzi fu tale che i petrolieri ci guadagnarono. Il petrolio salì alle stelle e negli anni ’70 si procedette addirittura a limitare il consumo di petrolio con vari espedienti, uno dei quali era quello di far circolare le macchine a targhe alterne: nei giorni pari le targhe pari e nei giorni dispari le targhe dispari.

Dopo una decina d’anni, negli anni ’80, visto che non era successo molto di più di quello che abbiamo detto, la fiducia nel dollaro aumentò un poco alla volta e inoltre gli Stati Uniti, come se non bastasse, avevano,  nel frattempo, raddoppiato, dal 1971, il debito con l’estero.

Fu, come abbiamo già detto, la coppia che faceva parte della confraternita Skull & Bones, cioè Bill Clinton (presidente) ed Al Gore (vicepresidente), a decidersi, con l’aiuto del presidente della Federal Reserve, Greenspan, di mettere in circolazione, nel 1992,  una quantità spaventosa di dollari di carta. All’inizio, come abbiamo già detto, gli europei si chiesero se gli americani fossero impazziti ma la Cina e il Giappone fecero finta di niente e vendettero all’America una quantità di prodotti a prezzi molto alti per coprirsi, come i petrolieri, contro il rischio che il dollaro perdesse di valore. Fu così che nel 1994, circa, gli europei cambiarono idea perché le loro industrie erano ferme e si misero, pure loro, a vendere all’America a prezzi elevati, ricevendo in cambia i soliti pezzi di carta straccia, cioè i dollari.

Il gioco degli americani ebbe successo: tutti, pur di continuare a far funzionare le loro fabbriche, vendevano. Ma perché il gioco rimanesse in piedi, i cittadini americani dovevano comperare: per far questo, l’America stampò ulteriori dollari per i suoi sudditi ed escogitò altre diavolerie di cui parleremo più sotto, oltre che strombazzare ai quattro venti che non serviva risparmiare e che il guadagno di tutti stava nel consumo di tutti, anche se le cose comperate erano inutili. Naturalmente, nei giornali non si è mai parlato apertamente di questa gigantesca messa in scena.

Non sapendo cosa fare coi dollari, varî Paesi ne tennero una parte nel cassetto e una parte la usarono per comperare azioni ed obbligazioni sul mercato americano. Colmo dei colmi, con tutto questo denaro a disposizione, la borsa salì alle stelle e si era innestato un giro vizioso dove tutti erano contenti, naturalmente fingendo tutti, sempre, che il dollaro non fosse carta e che dietro ci fosse qualcosa.

Erano contenti di vendere un cane dalmata per un milione di dollari, per ricomperarlo poi per un milione e mezzo e per rivederlo ancora dopo a due milioni di dollari. Ma era sempre un cane dalmata…

Fin qua, questa è più o meno una ripetizione riassuntiva di quanto detto nei numeri precedenti. Ma la più grande furbata, se avete pazienza ed attenzione di seguire bene, arriva adesso.

Per illustrare la furbata, dobbiamo cominciare con un semplice esempio, con cifre correttissime, verissime.

Una pizzeria che renda 100 euro all’anno si compera, di solito, mediamente, con 1400 euro, di modo che in 14 anni mi riporterò a casa il mio capitale (14 anni x 100 euro = 1400). In periodi di vacche magre il prezzo della pizzeria scende, per esempio a 1000 euro (e quindi chi investe farà pari in 10 anni) e in periodi di vacche grasse il prezzo sale, ad esempio a 1700 euro (e quindi chi investe farà pari in 17 anni). Ripetiamo che queste cifre riflettono la realtà storica.

Parentesi circa la terra.

Per la terra invece, il discorso è diverso: la gente, pur di avere terra, una volta si accontentava di far pari in 33 anni (reddito atteso annuo 3%) ma recentemente la terra è aumentata in modo meno che proporzionale (ovvero, in proporzione è diminuita), perché ora la gente, per far pari, non intende più aspettare 33 anni ma vuole far pari in vent’anni, attendendosi quindi un reddito del 5%.

Fine della parentesi circa la terra.

Tornando al nostro esempio, abbiamo detto che, mediamente e storicamente, la gente che investe in borsa vuole fare pari in 14 anni: compra una azione della General Motors a 50$ se la stessa darà un dividendo (reddito, guadagno annuo) di 3.57$, in modo che in 14 anni riavrà i suoi 50$, più ovviamente il capitale di 50$ investito.

Ma succede che, con la borsa che sale a rotta di collo, comprando un pezzetto di ognuna delle principali 500 azioni americane, se gli utili restano più o meno uguali,  ho un guadagno ridicolo.

Esponiamo i dati salienti dell’indice Standard & Poor’s, l’indice che rappresenta appunto le principali 500 società americane.

In media, dal 1900 ad oggi, avrei fatto pari in 15.94 anni. L’affare migliore l’avrei fatto nel dicembre 1917 (durante la Prima Guerra Mondiale, nessuno voleva azioni) dove avrei fatto pari in 5.31 anni. L’affare peggiore l’avrei fatto nel maggio 2019. Nel 2019, se avessi comperato, avrei fatto pari in 124 anni circa. Quindi, nel maggio 2019. Comprando 100$ ripartiti nella maggiori 500 industrie, avrei avuto un utile annuo dello 0.8%.

Chi mai può comperare a prezzi così alti? ovvero, con guadagni percentuali così bassi? perché il popolo bue continui a comperare, bisogna escogitare una furbata: ed ecco le agenzie di rating!

Le agenzie di rating (che danno una opinione sul valore di un titolo) cominciano a scrivere sui giornali che sono loro complici: “Vero che quest’anno la General Motors è carissima, perché vale sul mercato 100$ e dà 0.8$ di utile ma è anche vero, resti tra noi (tra noi… pubblicato sul giornale, è in realtà il segreto di Pulcinella…) che è salita così tanto perché sappiamo per le vie traverse (!) che l’anno prossimo non darà più 0.8$ di guadagno ma darà invece un guadagno di 7.14$! lo dice anche l’esperto X…”

E l’esperto X: “Sì, sì… giuro che è vero…”

E così i gonzi bevono… se fosse vero, le agenzie di rating se le comprerebbero loro, le azioni General Motors… ma la gente ci crede, forse per stupida avidità.

Mio padre mi diceva: “Proprio a te, proprio a te, daranno la possibilità di guadagnare senza fatica…”

Prima o poi, qualcosa succederà e qualcuno resterà con il cerino acceso in mano…

Dice il nostro lettore: “Ma io, nel caso che cominci a scendere di prezzo, vendo…”

Risposta: “Tu non vendi niente perché ti troverai che le azioni della General Motor che un attimo prima valevano 100$, un attimo dopo varranno 70$, allora penserai di aspettare dieci minuti per vedere se rimbalzano ma dieci minuti dopo varranno 30$…”

Nel 1929, per recuperare le perdite, avresti dovuto attendere per ben 25 anni, sino al 1954…

Ma la crisi del 2008 non colpì solo azioni ed obbligazioni: si estese anche agli immobili.

Vediamo che cos’è quest’altra furbata.

Col metodo del ‘sub prime’, mettevi tu il denaro per un immobile che qualcuno aveva comperato senza soldi, con un mutuo. Quindi tu finanziavi, prendevi un bell’interesse e se il tizio non pagava le rate, avresti avuto l’immobile, che era a garanzia, per te. Di solito, una cosa del genere la fa una banca che presta i soldi a chi vuole avere una casa ma questa volta, bontà delle banche, in un atttacco di generosità, lo facevano fare a te per farti guadagnare di più… ma come si fa a farsi turlupinare così? eppure…

Dicevamo che, se questo qualcuno non avesse pagato il mutuo, avresti avuto l’immobile a garanzia più un buon interesse. Ma in realtà, tu non avevi più un singolo immobile per te ma un pezzettino di tanti immobili ed il tuo credito era tramite una società immobiliare… che poi fallì… non avevi quindi un immobile ma un credito nei confronti della società immobiliare poi fallita, come tutte le altre società immobiliari che operarono nel mercato del ‘sub prime’… ti avevano fatto credere che avevi un immobile a garanzia ma questa garanzia era riservata ai ‘prime’, mentre a te, in via subordinata,  avevano rifilato un ‘sub prime’ cioè un semplice credito verso la società finanziaria-immobiliare, che poi fallirà.

Quello che è veramente incredibile è che tutto questo era già successo nel 2002, quando questo gioco fu portato avanti non dalle società finanziarie-immoibiliari (Fanny Mae eccetera) ma dalle Casse di Risparmio americane, che fallirono quasi tutte… e, naturalmente, i risparmiatori persero tutto. Greenspan, però, stampò dollari e rimise in piedi le Casse di Risparmio… ma non i privati, che persero tutto…

Così, arriviamo al 2008, dove si ripeté lo stesso identico scenario. Greenspan stampò ancora dollari ma non si sa bene quali siano i debiti veri: secondo i miei calcoli, non sapremo niente di definitivo sino al 2029: prima, no…  forse, dopo. Ecco perché nel 2007, resomi conto della situazione, vendetti la mia attività finanziaria, perché per una ventina d’anni non ci si poteva più fidare di nessuno. Pensate che la Banca d’Italia ha messo  circa il 50% del capitale relativo al fondo pensione dei suoi dipendenti in cose di questo genere e, naturalmente, è andato tutto perso.

E questo, è successo in tutto il mondo: prima del 2029, più o meno, sono pericoli gravi. Bisogna, ad esempio, risolvere il problema della banca privata tedesca Deutsche Bank che, da sola, ha accumulato con queste speculazioni sbagliate (ci sono in giro dei personaggi che hanno fregato anche le banche…) un debito pari al bilancio dello Stato tedesco. Come minimo, perché, come abbiamo già detto, il vero debito della Deutsche Bank non si sa. Potrebbe, in ogni istante, dichiarare bancarotta, perché si  è autoassicurata.  Sarebbe come se voi vi faceste una polizza a voi stessi per l’incendio della vostra casa.

In realtà, lo hanno fatto perché le assicurazioni su queste operazioni sono obbligatorie per legge ma erano talmente sicuri che  le cose sarebbero andate bene, che hanno pensato di usare le proprie compagnie di assicurazione… incredibile, veramente.

Mano a mano, un poco alla volta, in questi anni (sino al 2029…) gli Stati stanno cercando di assorbire i debiti delle istituzioni fallite e continuano a pompare carta… e nessuno ne parla… o quasi…. queste notizie, tuttavia, sono risapute da tutti gli addetti ai lavori. O quasi. Condoglianze.

Nota a piè di articolo

Per darvi un’idea di come vivano gli americani, c’è stato un periodo in cui il sottoscritto era conosciuto in tutta Europa e anche negli Stati Uniti. Ebbene, non si possono mai promettere guadagni futuri al cliente, perché le cose che possono andar male sono tantissime. Le banche svizzere, quando parlano con gente come me, si attendono che io possa dare loro un guadagno del 2 % o  3%. Se parli di percentuali superiori, ti guardano con commiserazione e si rivolgono altrove. Quindi, niente promesse, fra gente del mestiere.

Quelli del super fondo americano XYZ mi telefonano e mi dicono: “Abbiamo sentito parlare di lei da JKL, bla bla bla, le mandiamo un nostro dirigente per vedere le sue sale di trading e probabilmente faremo un piccolo accordo iniziale per saggiare il terreno.”

Vado a prendere l’americano all’aeroporto di Venezia e lo porto verso i miei uffici. Strada facendo, mi chiede cosa posso offrire come previsione  di guadagni futuri. Ripetendo il ritornello degli svizzeri, dico che ragionevolmente, siccome nel passato con moltissima fortuna ho dato circa il 10% annuo,  spero di poter dare un due percento, forse un tre ma non si può dire. Le incognite sono parecchie ed io non ho la sfera di cristallo. Quest atteggiamento era considerato positivamente dagli svizzeri… gli americani, invece…

L’americano ha avuto una reazione come se un serpente gli avesse morso il sedere.

“Ah… no! per meno del 15%, non siamo interessati! se avessi saputo, non sarei sceso nemmeno dall’aereo, anzi non sarei nemmeno venuto in Italia…”

Questi sono i bambini americani che, oggi come oggi, comandano il mondo.

Lascia un commento